Home Cosvig Rinnovabili, da un gruppo di associazioni ennesimo attacco all’eolico

Rinnovabili, da un gruppo di associazioni ennesimo attacco all’eolico

364
0
CONDIVIDI
Moratoria degli impianti alimentati dall’energia del vento, riduzione degli incentivi e abbassamento del target di potenza eolica al 2020. Queste le richieste contenute in una lettera inviata al Governo Monti da un gruppo di dieci associazioni

Fonte: zeroemission

Autore: f.n.

Non bastavano i ritardi e le incertezze nell’emanazione dei provvedimenti attuativi del decreto legislativo 28/2011, che dovrebbero contenere tra l’altro la riforma degli incentivi alle fonti rinnovabili. Ora a mettersi di traverso allo sviluppo dell’eolico in Italia, che già deve fare i conti con tagli ai sussidi, lungaggini amministrative, oneri e balzelli di vario genere, ai quali si somma la recente estensione della Robin Tax anche alle imprese che operano nelle energie rinnovabili, sono un gruppo di dieci associazioni ambientaliste nazionali (Italia Nostra, Amici della Terra, Lega italiana protezione uccelli, Comitato nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Verdi Ambiente e Società, Terra Celeste, Altura) che insieme a vari Comitati e associazioni territoriali hanno inviato una lettera al Governo Monti in cui chiedono “subito” una "moratoria" dell’installazione di impianti eolici e "riduzione" (un’altra!) degli incentivi.

“La decisione del Governo di aumentare a 23.000 MW, entro il 2016 (con 4 anni di anticipo sulle scadenze del 2020), la potenza installata fotovoltaica (secondo quanto previsto dal Quarto Conto energia, ndr) – scrivono – dovrebbe almeno scongiurare l’installazione di nuovi impianti eolici”. Nella lettera, inviata ai ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, dei Beni culturali, dell’Agricoltura, del Turismo, dell’Economia e della Coesione territoriale, proprio in previsione degli attesi provvedimenti di attuazione del dlgs 28/2011 sulle rinnovabili, e in particolare di quello che riguarderà gli incentivi alle fonti rinnovabili, si lamentano presunti danni al paesaggio “in molte zone del Mezzogiorno e delle isole”, che ora potrebbero estendersi anche “a zone naturalisticamente pregiate (e sempre meno ventose) del Centro-Nord”.

Quello portato contro l’eolico è un attacco a tutto campo: si va dalla richiesta di detrarre dalla quota prevista dal Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili per l’eolico (12.000 MW) la quantità di potenza fotovoltaica eccedente il valore dell’obiettivo proposto nel Pan dall’Italia alla Ue per questa fonte (8.000 MW, mentre oggi siamo già a oltre 12.000 MW in esercizio secondo il contatore del Gestore Servizi Energetici); alla richiesta di una moratoria dell’installazione di impianti eolici, poiché come sostenuto anche dal Tavolo della domanda di Confindustria nella lettera al ministero dello Sviluppo economico dello scorso ottobre le fattorie del vento comporterebbero “rischi di collasso” per il sistema elettrico e “una grave debacle per il sistema industriale italiano”. Ciliegina sulla torta (si fa per dire), la richiesta di ridurre gli incentivi all’eolico per “gravare il meno possibile sulle bollette degli utenti, soprattutto in una fase di crisi economico-finanziaria”. In conclusione le associazioni chiedono di affrontare "il tema della decarbonizzazione del nostro sistema paese", partendo da un “approccio” che oltre a essere “multidisciplinare” e “concertato” sia soprattutto “scevro da ideologie preconcette”. Una richiesta, questa sì, condivisibile.