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Presto un master in geotermia

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Larderello, il futuro sostenibile parte dal centro di eccellenza

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Vinicio Bibbiani

Sette laureati lavorano a pieno ritmo
nella sede di Larderello del Cegl, centro di eccellenza per la
geotermia. Un’attività che potrebbe aumentare con le nuove
iniziative nel quale il centro è coinvolto: da una parte c’è
l’organizzazione di un master in geotermia e dall’altra la
costituzione di un gruppo di ricerca a livello europeo. Ecco le
grandi novità emerse dal convegno “Lo sviluppo dell’energia
geotermica.

Opportunità e sfide”, organizzato a
Larderello nei giorni scorsi con esperti arrivati persino da
Australia e Guatemal e rappresentanti del ministero delle attività
produttive.

E’ il suo direttore, Fausto Batini, a
spiegare il futuro dell’energia sostenibile sul territorio.

Come si colloca la nostra zona tra le
grandi potenze geotermiche?

«Abbiamo un potenziale di sviluppo
elevato non ancora utilizzato. Basti pensare che nella sola Toscana
esiste un’area molto vasta, circa mille km2, compresa tra
Larderello ed il Monte Amiata, che non è ancora stata esplorata con
perforazioni profonde sebbene i dati ottenuti dalle prospezioni
geologiche siano molto positivi.

Tuttavia lo sviluppo di tali
opportunità è attualmente impedito soprattutto dalla mancata
accettabilità sociale degli impianti tradizionali ed in parte dalla
mancanza di iniziative da parti di investitori in grado di affrontare
il rischio d’investimento legato alla realizzazione di nuovi
progetti geotermici».

Come si muoverà il centro?

«Ci muoveremo su tre linee di
attività: supporto scientifico, consulenza alle imprese per
effettuare studi di fattibilità di nuovi progetti per l’uso di
risorse a medio-bassa temperatura e sviluppo di attività di ricerca
applicata, formazione. Il master che organizzeremo il prossimo anno è
un valido esempio, collaboreranno la Siaf di Volterra, Il Sant’Anna
di Pisa e l’istituto di geoscienze e georisorse di Pisa, lo scopo è
formare tecnici che possano coordinare e gestire progetti geotermici
nei paesi emergenti».

Quali le ricadute sul territorio

«Una prima ricaduta è rappresentata
dalla presenza dei ricercatori, tecnici ed impiegati che già oggi
sono impiegati nel Cegl. Altre possibili ricadute sono rappresentate
dai convegni e corsi di formazione, che intendiamo organizzare con
regolarità nel corso dei prossimi anni. Queste iniziative, infatti,
richiameranno numerosi esperti, ricercatori e studenti che
sicuramente troveranno modo di apprezzare tutte le attrattive, non
solo quelle tecnico-scientifiche, che il nostro territorio può
offrire».