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Per l’International Energy Agency la geotermia potrebbe crescere di un fattore 10 entro il 2050

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L’International Energy Agency ha presentato a Stoccolma la sua “technology roadmap” dedicata alla geotermia in cui si indica la strada per decuplicare l’attuale produzione mondiale di calore ed elettricità fornita da questa fonte di energia rinnovabile

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Il 2050 è la tappa obbligata per raggiungere un mix energetico in cui le energie rinnovabili contribuiscano in maniera più consistente rispetto all’attuale, per mantenere il livello di CO2 sotto le 450 parti per milione, obiettivo necessario per fermare il trend dei cambiamenti climatici.

Secondo latechnology roadmap” pubblicata dall’International Energy Agency (IEA) questo obiettivo potrà essere raggiunto aumentando – entro quella data- di almeno dieci volte la produzione mondiale di calore ed elettricità dall’energia geotermica.

La technology roadmap – dedicata proprio alla geotermia, presentata in occasione della conferenza annuale EURELECTRIC a Stoccolma – prevede, infatti, che attraverso una combinazione di azioni politiche che incoraggino lo sviluppo delle risorse geotermiche inutilizzate e delle nuove tecnologie, l’energia prodotta con il calore presente nel sottosuolo terrestre potrebbe coprire fino al 3,5% della produzione annuale mondiale di elettricità e il 3,9% del riscaldamento.

Un aumento importante se si considerano gli attuali livelli, rispettivamente dello 0,3% di produzione elettrica e 0,2% di calore.

Nel campo dell’energia elettrica, dai circa 10 GW attuali, che danno circa 67,2 TWh l’anno (dato di fine 2009) si potrebbe arrivare –  si legge nel rapporto – a oltre 200 GW al 2050 che fornirebbero circa 1.400 TWh l’anno, cioè circa il 3,5% della produzione elettrica mondiale, evitando l’immissione in atmosfera di 800 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Anche nella produzione di calore al 2050 si potrebbero avere 5,8 Ej (esajoules), pari a 1600 TWh di energia termica, ossia quasi il 4% del fabbisogno mondiale.

Un contributo che tra l’altro non tiene conto di quanto si potrebbe ottenere utilizzando anche la geotermia a bassa entalpia per il fabbisogno termico.
«Si tratterebbe di un importante contributo agli sforzi globali per la riduzione delle emissioni di carbonio- ha dichiarato il direttore esecutivo della IEA, Nobuo Tanaka- utilizzando una fonte affidabile di energia che è disponibile in tutto il mondo, ogni giorno dell’anno, in quanto non varia a seconda del tempo o della stagione».

Una prospettiva che dovrà essere giocata da subito per permettere di ottenere l’obiettivo previsto nei prossimi decenni, lavorando innanzitutto sulle tecnologie.

Il rapporto della IEA prevede che fino al 2030, la rapida espansione di energia geotermica e produzione di calore sarà dominata dallo sviluppo accelerato delle tradizionali risorse idrotermali ad alta temperatura, che sono economicamente più competitive ma limitate alle aree in cui tali risorse sono disponibili.

Si può comunque prevedere anche uno sviluppo delle centrali geotermiche a bassa e media temperatura, per il loro utilizzo sia per la produzione termica che elettrica; tecnologie che hanno costi più alti ma una più ampia disponibilità in termini geografici.

Ma il futuro secondo la IEA è nello sfruttamento del calore delle rocce calde tramite l’ enhanced geothermal system (EGS).

Entro il 2050, si legge nel report dell’agenzia, più della metà dell’aumento del potenziale previsto potrà derivare dallo sfruttamento delle rocce calde in profondità-disponibili ovunque – attraverso l’utilizzo di sistemi geotermici EGS.

Per poter sfruttare questa tecnologia è però necessario dare un’accelerazione alla ricerca per garantire la sua disponibilità commerciale già a partire dal 2030.

Il tema delle risorse da dare alla ricerca tecnologica è uno dei punti chiave indicati dalla IEA per poter mettere in atto la strategia geotermica che dovrebbe portare ad aumentare di almeno dieci volte l’attuale produzione energetica elettrica e termica.

Quello che servirebbe, secondo la IEA, è un quadro politico globale in grado di rimuovere gli ostacoli tecnici relativi alla valutazione e all’accesso delle risorse, finora off-limits come quelle in mare o in condizioni critiche, lo sviluppo delle tecnologie, l’abbattimento dei costi, la minimizzazione dei possibili impatti ambientali.