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Partono corsi e master per i “manager dell’energia”

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L’energia, in termini di produzione, acquisito e gestione, sarà in testa alla lista dei problemi da risolvere, sia per le aziende che per i governi e le famiglie.

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Carlo Alberto Pratesi

Tutti noi saremo sempre più spesso chiamati a prendere decisioni su come e da chi rifornirci, sul tipo di fonte energetica da prediligere, su come risparmiare nel riscaldamento, nei trasporti o in qualunque altra attività produttiva e di consumo. E quindi ci toccherà investire per acquisire quelle competenze necessarie a evitare scelte sbagliate, sia in termini economici che ambientali. «Soprattutto in questa fase di rapida espansione del mercato energetico da fonti alternative, è essenziale che l’Italia investa sul lato dell’offerta, in modo da non svolgere solo il ruolo di acquirente — sottolinea Marco Frey della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa — In questa ottica, sono due le azioni rilevanti: la prima è quella di valorizzare le nostre capacità di ricerca e innovazione maturate in passato, basti pensare all’idroelettrico del quale siamo stati precursori, alla geotermia (vedi Larderello che ha iniziato ad operare ai primi del secolo scorso e in cui oggi vi è un centro di eccellenza gestito da noi insieme al Cnr, all’università di Pisa e diversi attori del territorio), ai biocarburanti (dei tempi di Ferruzzi) e così via; la seconda è la formazione, che deve coinvolgere e preparare professionisti capaci di operare nelle diverse fasi della filiera energetica (produzione, gestione, manutenzione, distribuzione e consumo)».

In effetti, nel mondo dell’alta formazione il tema dell’energia, che fino a pochi anni fa era prerogativa esclusiva degli addetti ai lavori, oggi si trova spesso nei cataloghi dei corsi di general management. Al Sant’Anna, per esempio, sta per partire un minimaster specifico sulla geotermia, che si affiancherà al master su Gestione e Controllo dell’Ambiente attivo da ben 15 anni. Mentre nell’ambito della laurea magistrale in ingegneria gestionale dell’università Carlo Cattaneo — Liuc è appena partito un percorso "di eccellenza" sull’energy management che si propone di fornire competenze specifiche che mettano in grado di gestire in modo integrato e ottimale il fattore energia, all’interno dei processi produttivi aziendali. La figura che Liuc intende formare non è quella dell’ingegnere energetico, ma piuttosto del manager che si occupa di analizzare i bisogni aziendali, valutare le diverse possibili fonti per l’impresa, sia tradizionali che alternative, massimizzare l’efficienza complessiva e valutare l’economicità delle diverse alternative d’acquisto.

«E’ fuori di dubbio che serviranno sempre di più persone di questo tipo — conferma Luca Ruini, responsabile ambiente e sicurezza in Barilla — e oggi non è affatto facile trovarle. Anche perché un simile profilo professionale implica la combinazione di due tipi di preparazione: tecnica da un lato e manageriale dall’altro. Occorre infatti saper analizzare correttamente i consumi, individuare tutte le possibili fonti di risparmio e poi proporre soluzioni nuove che consentano un gestione ambientale adeguata, non solo negli stabilimenti ma anche in tutti gli edifici utilizzati dall’azienda».

Una qualche cultura in termini di energia dovrebbe essere inserita in quasi tutti i corsi di laurea, siano essi economici, politicosociali, scientifici o tecnici. Partendo da questo presupposto, il Premio Marketing, organizzato dalla SIM (Società Italiana Marketing) che da oltre vent’anni coinvolge diverse migliaia di studenti universitari, per l’edizione 2011 ha avviato una collaborazione con Enel chiedendo ai partecipanti di studiare il mercato delle auto elettriche e proporre soluzioni e modelli di business sostenibili (sia in termini ambientali che economici). L’idea di fondo, legata al progetto "emobilty Italy" di Enel, è che nei prossimi anni le auto elettriche potranno acquisire una quota significativa del mercato, a condizione che gli operatori (sia privati che pubblici) investano in modo sinergico, non solo per creare le infrastrutture indispensabili, ma anche per studiare le formule d’offerta più competitive e i modi più efficaci per educare la clientela a gestire le risorse energetiche.

Il tema dell’energia si innesta poi su uno più ampio, ossia quello della sostenibilità: altro argomento sul quale le principali business school si stanno attrezzando per offrire corsi e ricerche. Tra le altre, la Rotterdam School of Management (Rsm) della Erasmus University pochi mesi fa ha inaugurato una nuova cattedra intitolata "Sustainability and Climate Change" affidandola a Gail Whiteman nota esperta della materia. L’aspetto interessante è che il progetto (sostenuto economicamente dalla società di consulenza strategica Ecorys) nasce all’interno di un dipartimento, quello di business, che fino a pochissimi anni fa non avrebbe certo incluso il clima tra i propri principali interessi di ricerca. Nel 2009 RSM è stata classificata settima a livello mondiale e prima in Europa per il suo impegno in termini di ricerca