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Non tagliamo l’energia «verde»

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Intervento del presidente di Confapi, la confederazione della piccola e media industria privata, che associa piu’ di 120 mila imprese per oltre 2,3 milioni di lavoratori.

Fonte: Il Giornale

Autore: Paolo Galassi

L emergenza nucleare in Giappone ha riaperto la discussione sul tema delle fonti energetiche. E’ bene sapere che le imprese attive nel settore delle energie rinnovabili in Italia sono oltre 4.600. Oltre un quinto si concentrano in Lombardia, territorio che si dimostra all’avanguardia in un settore su cui sempre più imprese stanno puntando, tanto che Milano registra un vero e proprio primato: 620 attività imprenditoriali complessive. Il decreto Romani sulle rinnovabili varato lo scorso 3 marzo mette però in discussione l’intero comparto delle fonti di energia alternativa e certamente non aiuta la ripresa, anzi rischia di trainare verso il basso anche uno dei pochi rami in cui si registra segno positivo. Rivedere il terzo Conto energia, approvato solo pochi mesi fa, e definire un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici che possono ottenere incentivi, rappresenta un duro colpo per tutte quelle pmi che hanno avviato investimenti finanziati anche da mutui. Tutto ciò genera incertezza e instabilità, fattori di cui imprenditori e lavoratori non hanno certo bisogno; soprattutto tenendo conto del fatto che entro questo primo trimestre almeno il 20% delle pmi milanesi sarà costretta ad avviare dei licenziamenti. I nostri politici devono sapere che sono centinaia in Lombardia le imprese che negli ultimi anni hanno creduto e investito in questo settore. Rappresentano una realtà produttiva e occupazionale significativa che ha voluto dare credibilità alle politiche energetiche del Paese e che oggi si trova ancora una volta delusa. Secondo un’indagine Confapi, di tutti gli impianti già in fase di costruzione, meno del 20% riuscirà a effettuare l’allacciamento entro il 31 maggio, termine fissato per la concessione degli incentivi, mentre per il restante 80% gli investimenti si riveleranno fallimentari. L’aspetto ancor più preoccupante è che, di fronte al grido di allarme degli imprenditori milanesi e lombardi per il ridimensionamento dei meccanismi di incentivazione sulle fonti rinnovabili, le istituzioni locali sembrano non comprendere la gravità della situazione. Allora serve a qualcosa insistere sulla validità dell’ecopass, imporre limiti di velocità sul sistema delle tangenziali milanesi per abbattere l’inquinamento, sbandierare l’eco-tecnologia come uno dei leit motiv di Expo 2015? O sono solo parole in vista della prossima tornata elettorale? Ecco perché chiediamo al sindaco Moratti e al governatore Formigoni, giustamente attenti alla salute dei cittadini e promotori di azioni decise sul fronte della tutela della salute e dell’ambiente, di assumere una posizione chiara nei confronti del governo nazionale, affinché il sistema degli incentivi vigenti per il fotovoltaico rimanga attivo per un periodo più lungo di quello previsto e sia definita nel più breve tempo possibile una nuova piattaforma di meccanismi incentivanti.