Home Cosvig Non più “SE”, adesso è necessario discutere sul “COME”

Non più “SE”, adesso è necessario discutere sul “COME”

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Sergio Chiacchella, direttore di CoSviG, in Audizione alla Camera dei Deputati ha sottolineato la necessità di cominciare a definire le modalità per rendere compatibile a livello locale l’attività di coltivazione della risorsa geotermica.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Sergio Chiacchella ha partecipato, in qualità di direttore di CoSviG, all’audizione all’VIII Commissione permanente (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei Deputati lo scorso 23 giugno nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle politiche ambientali in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

In quell’occasione il Direttore di CoSviG ha spiegato le attività svolte dalla società e il contributo che la geotermia rappresenta per la regione Toscana, evidenziando come questa risorsa possa costituire anche un elemento di valorizzazione economica.

A questo proposito ha evidenziato che nell’ambito di un progetto promosso da CoSviG, Slowfood e Fondazione Slowfood per la biodiversità, è stata costituita la prima Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili, quale insieme di aziende che hanno saputo coniugare l’eccellenza delle produzioni con l’uso delle energie rinnovabili nei cicli produttivi, con conseguente, drastica eliminazione dell’impatto ambientale dei prodotti ottenuti.

Chiacchella ha poi spiegato ai parlamentari come la produzione geotermoelettrica 2010 (ultimo dato disponibile) abbia fatto maturare contributi che Enel deve versare alla Regione Toscana e ai Comuni geotermici per un totale di quasi 16.400.000 Euro, (oltre alle “una tantum” per le nuove centrali).

Risorse queste che derivano dagli accordi sottoscritti da ENEL, Regione Toscana ed Enti Locali e nello specifico: l’Accordo Generale sulla Geotermia” del 20 dicembre 2007 (firmato da Regione Toscana, ENEL, 15 comuni, 5 comunità montane e 3 province), ed i successivi Accordi dell’ottobre 2008 (firmato da Regione Toscana, Enti Locali e CoSviG) e del 20 aprile 2009.

In questi atti, oltre ad un accordo economico che ha notevolmente incrementato le ricadute sui territori e permesso di programmare investimenti in grado di incidere in modo rilevante su un progetto di sviluppo di area vasta, erano contenuti impegni relativi alla riduzione degli impatti e alla ricerca, impegni il cui rispetto andrà monitorato nel corso di validità degli accordi e cioè fino al 2024.

«Quindi si può affermare senza alcun dubbio- ha detto Chiacchella- che la geotermia costituisce una realtà importante per la regione Toscana».

La domanda è allora se oltre all’importanza economica si possa affermare che la geotermia possa considerarsi anche una risorsa rinnovabile, strategica per la regione Toscana e che la sua coltivazione possa avvenire in un quadro di sostenibilità ambientale.

Per verificare ed assicurare questo assunto, e per dare strumenti oggettivi e concreti agli amministratori locali per il supporto delle decisioni adottate, la Regione Toscana ha investito e continua ad investire ingenti risorse.

Il Direttore di CoSviG ha illustrato a tale proposito i risultati degli studi e delle ricerche commissionati dalla Regione, per dare risposta a queste domande che hanno creato e continuano a suscitare alcune contestazioni a livello sociale.

Anche se, come ha evidenziato Chiacchella, «partendo dalla considerazione che, come qualsiasi attività umana, anche quella di ricerca e coltivazione dei campi geotermici determina un impatto sull’ambiente» le indagini che hanno interessato a seconda delle problematiche l’Amiata (Studio geostrutturale, idrogeologico e geochimico ambientale dell’area amiatina condotto dall’Università di Siena) o l’intera area geotermica toscana (Studio di ricerca epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano) a cura dell’ARS con la collaborazione della “Fondazione Monasterio”, hanno dato esiti più che rassicuranti.

Così come il Programma di attività di monitoraggio delle aree geotermiche – 2002/2009 – con il controllo delle emissioni e la qualità dell’aria a cura dell’ARPAT .

E’ poi da rilevare che tutti gli aspetti relativi alla geotermia amiatina, sono stati oggetto di studio e monitoraggio a partire dall’anno scorso da parte del “Comitato Tecnico Scientifico per la Geotermia sull’Amiata” costituito con questo mandato specifico.

Rassicurati sugli aspetti sanitari e su quelli legati alla geologia –compresi i problemi d’interferenza della falda acquifera con i serbatoi profondi – per far sì che la geotermia possa essere considerata a tutti gli effetti un elemento importante per lo sviluppo sostenibile dei territori sono da ricordare gli impegni presi da Enel nell’ambito dei protocolli siglati con le istituzioni regionali e locali che prevedono una migliore ambientalizzazione delle attività industriali legate all’utilizzazione della risorsa, la riduzione del quadro delle emissioni, la valorizzazione degli usi diretti, e delle medie e basse entalpie.

«Senza voler sottovalutare gli impatti che ogni attività umana comporta, e allo stato delle attuali conoscenze tecniche e scientifiche- ha spiegato Sergio Chiacchella- pare di potere affermare a questo punto che il “se” considerare la geotermia una risorsa rinnovabile strategica per la Toscana sia decisamente superato nei fatti e si debba, invece, dedicare il massimo impegno per definire il “come” rendere compatibile a livello locale l’attività di coltivazione della risorsa nelle diverse circostanze».