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Miniere, la bonifica è ecologica

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La Syndial presenta un progetto che verrà sperimentato negli impianti di Campiano e Montieri

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Piombino

Autore: Alfredo Faetti

MONTIERI Una tecnica che riduce l’uso di energia, di sostanze chimiche e che abbatte i costi. E soprattutto promette tempi più brevi. Una tecnica che quindi garantisce il rispetto dell’ambiente e che servirebbe a mettere la parola fine a una vicenda che va avanti, sulle colline metallifere da tempo. Una tecnica che è stata anche sponsorizzata dagli stessi organismi di controllo (Arpat) e che adesso sarà sperimentata anche sulle Colline Metallifere, dove c’è un vecchio conto da saldare lungo tutti i corridoi che attraversano il sottosuolo. Per questo la società Syndial spa ha presentato alla Regione Toscana una proposta per poter sostituire alla tecniche tradizionali utilizzate fino ad oggi nuovi sistemi di bonifica «passiva». È il punto da cui partire con l’esperimento, è la miniera di Campiano, a Montieri. Leggendo la nota dell’Arpat si capisce cosa s’intende per sistemi passivi: «tecniche basate su processi naturali che non avrebbero bisogno di impiego di energia, risulterebbero più sostenibili da un punto di vista ambientale ma anche per il loro minor costo che favorirebbe non poco la bonifica ed i tempi della bonifica stessa». Minori rischi, minor impatto, costi più bassi e tempi più brevi. Stando alle premesse illustrate, insomma, un affare per tutti. Ecco quindi che Syandial, su suggerimento della stessa Arpat, ha proposto agli enti in causa di valutare la possibile introduzione di queste nuove tecniche per il trattamento delle acque provenienti dalle miniere di Merse e Campiano basate sul «trattamento passivo». La società, del resto, nel 2009 ha firmato degli accordi di programma per quanto riguarda «la messa in sicurezza mineraria e la bonifica ambientale dei siti minerari e dei siti contaminati delle Colline Metallifere e del Merse», area considerata un tempo la culla degli scavi nella zona nord della Maremma. Nella proposta presentata in Regione, la Syndial ha allegato anche una relazione tecnica sui passaggi chimici che seguono queste acque e su come andrebbero a intervenire i sistemi passivi. In parole povere, spiega come funziona il procedimento. «Le acque provenienti dalle miniere dismesse di Merse e Campiano che defluiscono dalla Rampa di Ribudelli, in corrispondenza della miniera di Campiano, sono rese acide dal contatto con i minerali ferrosi, residui della lavorazione delle vecchie miniere – in particolare pirite e prodotti della sua stessa ossidazione – e sono inoltre ricche di ioni metallici e solfati. Per questo tali acque vengono usualmente identificate come Drenaggi Acidi di Miniera». E fino ad oggi, su queste acque contaminate, s’interveniva attraverso le tecniche tradizionali. Ora, invece, ecco la nuova proposta. «Gli interventi di bonifica previsti dell’intero sistema Merse-Campiano, attualmente ancora in fase istruttoria dovrebbero comportare un progressivo miglioramento della qualità delle acque in uscita dalla miniera e una riduzione di portata – spiega la nota – Le acque, se necessario, saranno sottoposte a sistema di trattamento al fine di risultare idonee allo scarico nel fiume Merse». Nel progetto proposto, inoltre, il nuovo scarico viene mantenuto a valle come avvenuto fino ad oggi, «in un tratto – continua la nota – in cui la qualità dell’acqua del fiume è classificata buona». Ma i sistemi passivi Syndial vuole applicarli anche nelle acque del Merse, il fiume che segna il confine a nord tra le provincie di Grosseto e Siena. «Altra fonte di inquinamento del fiume Merse, essenzialmente legata ai fenomeni meteorologici, sono le acque superficiali provenienti dal dilavamento esercitato dalle acque meteoriche sulle discariche minerarie che finiscono nel fiume Merse senza alcun trattamento». E per queste acque, «il progetto di bonifica attuale prevede il trattamento mediante sistemi di trattamento passivo che potranno essere perfezionati anche sulla base della sperimentazione in atto».