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MILIA può partire

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Autorizzata la prima fase del progetto di ricerca geotermica a Monterotondo Marittimo per una piccola utilizzazione locale ad emissioni zero che potrà permettere, accanto agli attuali impianti di taglia maggiore, una migliore utilizzazione della geotermia con interessanti ricadute a livello locale. 

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Lo scorso 5 maggio si è svolta positivamente la Conferenza dei Servizi presso l’ufficio Ambiente della Provincia di Grosseto con l’autorizzazione alla prima fase del progetto Milia, che consiste nell’indagine preliminare per la caratterizzazione della risorsa geotermica a Monterotondo Marittimo, nell’ipotesi di realizzare – se emergeranno le condizioni adeguate- una centrale e ciclo binario inferiore a 2000 Kw, così da sfruttare a livello locale il potenziale geotermico.

Titolare della richiesta è Cosvig, che intende con questo progetto avviare un percorso di ricerca e sviluppo di tecnologie atte a far crescere una filiera locale sulla geotermia.

Per questo tipo di progetti si può individuare un partner di provata competenza e adeguate capacità tecnico finanziarie che possa poi sostenere gli investimenti e la gestione ordinaria degli impianti.

 

L’intervento interesserà un’area agricola di poco più di 6 chilometri quadrati, scarsamente antropizzata, che ricade nel territorio del comune di Monterotondo Marittimo, ma è distante dal centro abitato e da altre unità residenziali e agricole.

Per tutte le fasi preliminari che porteranno poi alla fase di perforazione ed (eventuale) successivo

sfruttamento del campo geotermico individuato, che dovranno essere comunque autorizzate in una successiva conferenza di servizi, è stato predisposto uno studio di impatto ambientale, che ha considerato gli eventuali effetti ambientali di ogni fase del progetto.

Le conclusioni dello studio evidenziano che le operazioni previste dal programma non

presentano effetti negativi di rilievo rispetto all’ambiente nel senso più generale. Tutto ciò deriva dal fatto che tutte le operazioni previste hanno di per sé una scarsa “invasività” nei

riguardi delle componenti ambientali suolo, acqua, aria, flora, fauna, ecc. E che le

modalità operative che verranno adottate nel corso dei lavori, che saranno eseguiti con impianti ed

attrezzature moderne e dotate di tutti i dispositivi prescritti dalla normative esistenti, saranno controllate in continuo da parte di tecnici della società che ha richiesto l’autorizzazione per svolgere il progetto Milia.

 

Le modalità operative di questa prima fase del progetto autorizzata, come per tutte le attività di ricerca ed esplorazione, prevedono che le fasi dei lavori siano conseguenti, correlate ed interdipendenti: questo significa che i risultati parziali di una fase potranno condizionare il programma delle successive.

L’indagine preliminare che potrà essere espletata, prevede alcune prospezioni propedeutiche alla eventuale successiva ubicazione del pozzo esplorativo. Queste attività consistono una prima fase di raccolta dati, tra cui un rilevamento geologico per verificare ed eventualmente migliorare la cartografia esistente; un rilievo VLF, che verrà eseguito tramite il sistema Poseidon, che sfrutta onde elettromagnetiche a bassa frequenza capaci di penetrare in profondità nel sottosuolo, emettendo dei campi secondari ad ogni differenza di densità degli strati attraversati. Le onde di ritorno vengono ricevute da una sonda VLF portatile ed elaborate da un apposito software che

permette una visione in due e tre dimensioni del sottosuolo.

E’ previsto inoltre un rilievo gravimetrico e una prospezione idrogeochimica che comporterà un limitatissimo prelievo di acque naturali da emergenze spontanee su cui verranno effettuate analisi chimiche e fisiche.

Scopo di questa indagine è lo studio delle emissioni spontanee naturali in fase liquida,

gassosa o mista provenienti dal sottosuolo per poterlo meglio caratterizzare: tramite la loro composizione chimica, le caratteristiche fisiche, l’equilibrio dei componenti, sarà possibile risalire alle condizioni nel sottosuolo e, in qualche caso, dare anche valutazioni quantitative, se pur di massima, della presenza di serbatoi geotermici e delle temperature all’interno di questi.

 

Completata questa fase si procederà ad effettuare analisi chimico-ambientali per caratterizzare l’area su cui si prevede di effettuare la fase di perforazione ed eventualmente installare successivamente l’impianto per lo sfruttamento del campo geotermico individuato. Le analisi verranno effettuate sulle tre matrici ambientali aria, suolo ed acqua nell’area oggetto d’intervento con l’obiettivo di identificare quello che si chiama "bianco", ovvero le condizioni di fondo dell’area nella fase antecedente l’esplorazione così da poter evidenziare – se in seguito se ve ne fossero- eventuali elementi di disturbo e di disequilibrio.

 

Al termine di questa prima fase vi sarà una nuova convocazione della Conferenza dei Servizi da parte della Provincia  per autorizzare i pozzi di perforazione esplorativi e l’eventuale impianto di sfruttamento geotermico.

Cosvig prevede che il percorso avviato per Milia consenta la realizzazione di impianti di piccole dimensioni ad emissioni zero che permettano, accanto agli attuali impianti di taglia maggiore, una migliore utilizzazione della geotermia con interessanti ricadute a livello locale.