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Luci e ombre dal rapporto Energia e Ambiente dell’Enea

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Crescono le rinnovabili ma non abbastanza da contrastare la dipendenza dalle fonti fossili

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Un quadro ancora influenzato dalla crisi economica in atto quello presentato nel rapporto Enea, Energia e Ambiente, con un calo dei consumi di energia elettrica e delle emissioni di Co2, ma con un positivo incremento delle energie rinnovabili, anche se è ancora ingente la dipendenza dalle fonti fossili e dalla loro importazione.

Nel 2009 la domanda di energia primaria è calata significativamente -in termini percentuali del – 5,8% – attestandosi sui 180,2 Mtep; una contrazione si è avuta anche nei consumi finali di energia che si sono ridotti del 5,2% rispetto al 2008 attestandosi sui 133,2 Mtep. Nel dettaglio i consumi sono diminuiti nei trasporti dell’1,8%, e nell’industria del 20% (dovuti alla crisi che ha travolto il comparto) mentre nel settore civile, in relazione alla variabilità climatica, sono aumentati del 3,5% (gas +5% ed energia elettrica a +3%, rinnovabili a +9%)..

La contrazione della produzione industriale nel 2009 ha comportato anche un calo della produzione nazionale di energia elettrica pari all’8,5%, con una diminuzione del 3,6% nel settore termoelettrico, basato per il 44% circa sul gas naturale.

La riduzione – rispetto all’anno precedente – dei consumi finali di energia ha determinato anche una diminuzione sensibile della fattura energetica, che dal picco del 2008 di circa 57 miliardi di euro è scesa a poco più di 41 miliardi di euro nel 2009.

Sempre a causa della crisi si è importata una minore quantità di energia elettrica dall’estero ma il nostro livello di dipendenza energetica dall’estero è rimasto sostanzialmente invariato, attestandosi intorno all’85%, rispetto a circa il 70% della media dei 27 Paesi UE.

Sempre rispetto alla media Ue rimane ancora molto forte la domanda italiana di energia legata alle fonti fossili: 41% da petrolio; 36% gas; 7% combustibili solidi.

Lo sfavorevole momento di congiuntura ha portato anche un dato positivo, ovvero una riduzione del 15% delle emissioni di gas serra rispetto al 2005. Una tendenza ritenuta positiva e in grado di avvicinare l’Italia all’impegno del Protocollo di Kyoto-che impone di ridurre nel quinquennio 2008-2012 le emissioni medie di gas serra del 6.5% rispetto al 1990- ma che non si consoliderà nel tempo se non vi saranno intervanti strutturali nel sistema energetico.

 

I dati in crescita riguardano invece le fonti rinnovabili sia per la produzione di energia elettrica che termica, anche se questo settore avrebbe ancora notevoli margini di incremento.

Nel 2009 – si legge nel rapporto – il consumo interno lordo da fonti rinnovabili in Italia è in aumento del 16% toccando quota 20.674 ktep spinto dall’eolico, fotovoltaico, rifiuti e biomasse. In termini di produzione elettrica da fonti non fossili tre quarti del totale, ossia 68 TWh, proviene ancora dall’idroelettrico (49,1 TWh), seguito dal settore geotermico, in leggero calo, con 5,3 TWh di produzione e dall’eolico salito a circa 6,5 TWh. La crescita complessiva della produzione elettrica da FER ha raggiunto quota 20% del consumo interno lordo di elettricità. La produzione di calore invece è stimata nel 2009 in circa 45.000 TJ da impianti industriali (legna e assimilati, compreso calore da cogenerazione) e in circa 81.000 TJ dal settore civile (legna da ardere e teleriscaldamento a biomasse), mentre appare più limitato l’apporto proveniente dagli utilizzi diretti della geotermia (quasi 9.000 TJ) e solare termico (2.300 TJ) che tuttavia negli ultimi anni ha saputo mostrare un interessante profilo di crescita.

Nelle pagine del rapporto non sono solo contenuti i dati dell’attuale panorama nazionale e internazionale ma sono evidenziati anche due scenari e i relativi percorsi tecnologici che consentirebbero all’Italia di orientarsi verso quella che Enea chiama la Global Green Growth.

Le due tipologie di scenario che l’Enea prende in esame individuano una (quella di riferimento) l’evoluzione tendenziale del sistema con la normativa attuale; l’altra (quella d‘intervento) i trend che potrebbe mostrare il sistema con l’introduzione di misure più stringenti in materia di energia e ambiente.

Negli scenari di riferimento, si prevede che i consumi finali di energia riprendano a crescere con il superamento della crisi economica; mentre negli scenari di intervento i consumi energetici potrebbero ridursi ulteriormente per effetto dell’accelerazione tecnologica nei settori dell’efficienza energetica, delle rinnovabili, del nucleare e della cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Complessivamente nel lungo termine (al 2050), i consumi di energia negli scenari di intervento risulterebbero di oltre il 20% inferiori a quelli degli scenari di riferimento.

«Un sistema energetico più efficiente e sostenibile per un futuro a basse emissioni di anidride carbonica è possibile, anzi il processo di trasformazione tecnologica è già in atto» ha dichiarato Giovanni Lelli, Commissario dell’Enea, in apertura della presentazione del Rapporto Energia e Ambiente

 

Le tecnologie rinnovabili- sostiene Enea- hanno dato prova di saper catalizzare l’attenzione mondiale a dispetto della crisi e nonostante l’abbassamento dei prezzi petroliferi. Considerando il periodo che va dal 2005 al 2009 gli investimenti nella R&S in tecnologie a basso contenuto di carbonio sono aumentati del 230% soprattutto per merito dei paesi del G20. L’Italia però- spiega l’Enea- manifesta difficoltà nella tenuta competitiva della propria base industriale nei nuovi settori delle tecnologie low-carbon. E se anche negli ultimi anni, gli investimenti italiani in questi settori hanno mostrato un apprezzabile tasso di crescita, risultano ancora scarsamente concentrati sull’innovazione tecnologica.

A differenza di quanto è avvenuto in Germania, nel nostro paese le politiche d’incentivazione alle rinnovabili non hanno inciso nello sviluppo di una soddisfacente filiera industriale nazionale; questo ha determinato una tendenza, anche in questo caso superiore alla media Ue, all’importazione delle componenti di supporto alle energie rinnovabili, principalmente nel settore fotovoltaico, che non ha favorito il nascere di una filiera di settore.