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L’Italia nella competizione globale delle rinnovabili

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I dati relativi alla tecnologia, alle reti, alla produzione e alla finanza nelle fonti di energia rinnovabile nel rapporto dell’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Nel rapporto redatto dall’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili (Oir) presentato in un convegno che si è svolto a Roma lo scorso 22 giugno emerge con chiarezza che la crisi economica ha solo marginalmente toccato il settore delle rinnovabili.

Nel 2009 flusso di investimenti nelle FER, è giunto a ben a 162 miliardi di $ a livello globale rendendo sempre più accesa la competizione tra nazioni e imprese per massimizzare le ricadute che derivano dalla costruzione in impianti alimentati a fonti rinnovabili.

Un settore dove gli investimenti hanno tenuto meglio rispetto ad altri a livello globale, registrando un calo del solo 6,4% e che nell’anno in corso dovrebbe registrare una nuova e significativa crescita.

Nel mercato mondiale, però, si rileva una scarsa presenza dell’industria italiana che ha compreso in ritardo le opportunità derivanti dallo sviluppo del business delle FER; al contrario dei grandi gruppi dell’Europa Continentale, del Giappone e degli Stati Uniti.

Uno sviluppo, che come in tutti i settori emergenti, presenta complessità e discontinuità ma in cui si stanno affacciando nuovi importanti attori nel panorama mondiale. Cina e India, in particolare, stanno rapidamente accrescendo il loro peso nel settore, grazie ai prezzi molto competitivi ma anche ad una qualità produttiva in costante miglioramento. E questo vale per tutti i settori, dai più innovativi, come il solare e l’eolico, a quelli più maturi come le biomasse e l’idroelettrico.

In questo mercato all’Italia rimane un ruolo forte nelle tecnologie più tradizionali con posizioni dominanti nella costruzione di grandi infrastrutture per l’idroelettrico o nella realizzazione dei pozzi di sfruttamento geotermico e può vantare anche eccellenze in alcune produzioni che rimangono però di nicchia, come i riduttori per gli impianti eolici o la realizzazione degli inverter per il fotovoltaico. Mentre registra pesanti ritardi in settori più innovativi dove è poco presente nelle principali componenti a valore aggiunto, scontando gli effetti del processo di deindustrializzazione – secondo il rapporto- degli anni 80 e 90 che ha interessato particolarmente le imprese elettromeccaniche.

Il sistema delle imprese italiane sta cercando di recuperare questo gap con investimenti in ricerca e sviluppo orientati soprattutto sul fotovoltaico a concentrazione, solare termodinamico, eolico off shore e turbogeneratori Orc (ciclo organico Rankine), un sistema che permette la produzione contemporanea di energia elettrica e calore sotto forma di acqua calda ad 80 – 90 °C.

Per tornare ad avere un ruolo a livello globale anche nel settore delle FER, secondo il rapporto Oir è necessario sviluppare una maggiore conoscenza delle dinamiche che caratterizzano il mercato e valorizzare con politiche mirate le filiere italiane nel mondo.

E anche se il rapporto evidenzia che gli investimenti nelle rinnovabili possono ormai procedere indipendentemente da incentivi ed obblighi, dal momento che non si sono sviluppate solo in quei paesi ove le legislazioni hanno previsto target vincolanti o obblighi di natura legislativa, è tuttavia necessario riformulare gli incentivi ma non azzerarli tenendo conto anche delle ricadute industriali sul sistema paese. Servirebbe inoltre favorire l’aggregazione delle imprese, responsabilizzare i grandi gruppi italiani nella politica industriale ed elaborare strategie di sostegno alla ricerca e sviluppo dell’impresa.

C’è poi un problema non risolto che riguarda le regole necessarie per permettere una maggiore uniformità delle procedure autorizzative a livello regionale e la necessità di intervenire sulla rete di trasmissione e distribuzione attualmente non idonea a supportare le nuove connessioni, soprattutto in particolari aree del paese. Per questo secondo il rapporto Oir servono chiari obiettivi regionali tesi a rendere agevole una pianificazione territoriale degli investimenti di rete, sviluppo delle smart grids e di un sistema di interconnessione con l’estero in modo da poter gestire i flussi di elettricità e governare un modello di generazione distribuita.

Temi su cui varrebbe la pena di porre la necessaria attenzione dal momento che il settore finanziario sta fortemente supportando lo sviluppo delle FER, anche in un periodo di crisi.

Le banche, infatti, dopo aver cercato di traslare modalità di finanziamento tipiche dei grandi impianti alle rinnovabili, stanno rapidamente creando nuovi strumenti dedicati che tengono conto delle peculiarità delle FER: capacità non elevata, distribuzione sul territorio, dinamica tecnologica in evoluzione.