Home Geotermia News Legambiente, Pomarance è uno dei Comuni «più virtuosi nel settore della geotermia»

Legambiente, Pomarance è uno dei Comuni «più virtuosi nel settore della geotermia»

Gli ambientalisti del Cigno Verde plaudono alla «climatizzazione innovativa» a servizio del Municipio

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Gli ambientalisti del Cigno Verde plaudono alla «climatizzazione innovativa» a servizio del Municipio


All’interno del suo ultimo rapporto dedicato alle Comunità Rinnovabili, Legambiente propone un focus dedicato alle buone pratiche dal territorio e alle storie dell’innovazione in Italia: casi d’eccellenza – aziende, famiglie, amministrazioni – che investono in un sistema energetico innovativo, in grado di guardare al futuro e avvicinare la produzione alla domanda di energia.

Guardando alle buone pratiche legate alla geotermia, Legambiente pone l’accento sull’esperienza maturata dal Comune di Pomarance – vera e propria capitale globale delle tecnologie geotermiche, che sono nate qui per la prima volta al mondo oltre due secoli fa –, che, tra le varie applicazioni di questa fonte rinnovabile, ha scelto di puntare sulla sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica anche per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo.

«Con ben 8 impianti di teleriscaldamento geotermico, 12 centrali di distribuzione che servono 2.250 utenze (la quasi totalità delle utenze nel territorio comunale) e 90 GWh di energia geotermica impiegata annualmente, Pomarance – spiega il rapporto di Legambiente – è uno dei Comuni più virtuosi nel settore della geotermia. Qui, il Municipio si è dotato di un sistema di teleraffrescamento che combina la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica e il rispetto per il patrimonio architettonico della comunità».

In questo caso, l’innovazione per la sostenibilità si basa su tre componenti fondamentali: «Innanzitutto la sopracitata rete di teleriscaldamento che costituisce il “carburante” green con cui viene alimentato un refrigeratore ad assorbimento, ossia un dispositivo in grado di raffreddare l’acqua dell’impianto di condizionamento dell’edificio fino a 7°C, per poi diffondere l’aria, tramite induzione o convezione, nelle varie stanze attraverso la rete di travi fredde installate all’interno dell’edificio comunale. Nel periodo invernale, invece, viene utilizzata direttamente l’acqua calda del teleriscaldamento che, alimentando le travi, scalda l’aria interna. L’utilizzo del sistema a travi fredde garantisce, inoltre, di superare alcune criticità dei tradizionali sistemi di climatizzazione residenziale, come il rumore delle ventole di aerazione e la manutenzione periodica dei filtri (non essendo dotate di filtri o vasca per la raccolta della condensa non vi è il rischio di proliferazione batterica). In ultimo, non per importanza, il limitato impatto visivo indoor generato dalle travi fredde che, quindi, ben si prestano ad essere installate all’interno di edifici storici e di pregio», concludono da Legambiente.