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Le rinnovabili termiche la chiave per raggiungere l’obiettivo del 20% al 2020

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Per raggiungerlo servirà un salto di ben cinque volte l’energia termica da fonte rinnovabile rispetto al 2005 e quindi la sfida per Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club, sta negli incentivi

Fonte: Geotermia News.it

Autore: Redazione

La commissaria europea per l’Ambiente, Connie Hedegaard, ha recentemente annunciato che l’Europa può spingere la riduzione delle proprie emissioni fino al 30% entro il 2020, anziché fermarsi al 20% , come stabilito con l’impegno vincolante del 20-20- 20.

Intervenuta di fronte al Parlamento europeo la Hedegaard, da tempo sostenitrice della proposta, ha anticipato il progetto contenuto in un documento che verrà ufficialmente pubblicato il 26 maggio e discusso presso il Consiglio dell’Unione Europea in programma i prossimi 17 e 18 giugno.

Ridurre le emissioni del 30%, anziché del 20% al 2020 è <<tecnicamente ed economicamente fattibile>> secondo la Commissaria per l’Ambiente e addirittura costerebbe molto meno di quanto calcolato in precedenza. Nel 2008 il costo della riduzione del 20% delle emissioni nel contesto del pacchetto clima-energia era stato stimato in 70 miliardi di euro; << le nuove analisi che saranno presentate a giugno – ha spiegato la Hedegaard – mostrano che ridurre del 30% sarebbe solo moderatamente più costoso. La stima di 70 miliardi fatta nel 2008 ora è stata rivista al ribasso di circa un terzo. E se si mettono in conto anche i benefici per la qualità dell’aria e i risparmi per la minor quantità di combustibili fossili importati il 30% diventa ancora meno caro>>.

Un obiettivo, che se sarà approvato dai leader europei a giugno, significherà rivedere anche i target ripartiti tra gli stati membri dell’Ue. E già come risultava per gli attuali obiettivi al 2020 significherà intervenire in maniera sostenuta sul contributo attualmente apportato dal settore termico oltre che da quello elettrico.

Facendo riferimento al “position paper” presentato a Bruxelles dal Governo italiano nel 2007, emerge chiaramente che lo sforzo maggiore, sia in termini assoluti che in percentuale, dovrà venire dalle rinnovabili termiche, con un incremento di 9,3 Mtep contro i 4,7 Mtep di aumento del contributo dalle fonti rinnovabili nel settore elettrico.

Ma per raggiungere questi obiettivi – o anche di più se questi saranno più ambiziosi- sarà necessario rafforzare le politiche incentivanti su questo settore, su cui vi è stata invece una forte sproporzione a favore della produzione di energia elettrica da rinnovabili.

Per esempio, scriveva in un suo editoriale il direttore del Kyoto club, Gianni Silvestrini <<è totalmente assente un’azione di stimolo nei confronti delle applicazioni a media temperatura (dal calore di processo industriale alla climatizzazione estiva degli edifici), che invece rappresentano un grosso potenziale. Come pure andrebbe sostenuta maggiormente la diffusione delle pompe di calore geotermiche, da poco apparse nel nostro Paese, che possono portare un contributo significativo.>>

Azioni che potrebbero aiutare al raggiungimento degli obiettivi per la riduzione delle emissioni e a quello per l’implementazione delle fonti energetiche rinnovabili.

Intervistato recentemente da Ecoradio, Gianni Silvestrini ha ribadito questa sua convinzione, spiegando che <<per raggiungere gli obiettivi al 2020 per le fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento, sarebbe necessario aumentare di ben cinque volte l’energia termica da fonte rinnovabile che avevamo nel 2005.>>

Riguardo agli strumenti di incentivazione che potrebbero essere efficaci per il raggiungimento di questo specifico obiettivo, Silvestrini ha suggerito che << una strada da intraprendere potrebbe essere quella di potenziare i certificati bianchi, aumentando quindi l’obbligo delle compagnie elettriche e del gas in termini di entità e oltre il 2012 . E definire delle schede che rendano facilmente accessibile i certificati bianchi a tutte le opzione delle rinnovabili termiche, cioè solare termico, biomasse, geotermia.>>