IL PIGNONE inizierà entro l’anno a testare il cuore delle sue turbine, la camera di combustione, nel laboratorio di Sesta a Radicondoli (Siena). Prima le doveva mandare in Usa. Restare vicino a Firenze, dove è il centro dell’ingegneria e delle ricerche su compressori e turbine, è un vantaggio per Ge, il colosso americano proprietario del Pignone. L’annuncio dell’inizio dell’attività che occuperà un terzo del laboratorio utilizzabile anche da altri soggetti, è stata data ieri dal presidente del Pignone Massimo Messeri durante l’inaugurazione di un centro così avanzato come in Italia non ce ne sono altri e in tutta Europa solo tre. Presenti anche il professor Massimo Inguscio del Cnr, Massimo Montemaggi di Enel cui apparteneva il laboratorio andato in disuso, Enrico Rossi, presidente della Regione che ha investito nell’acquisto dell’area da parte del Cosvig (il consorzio dei Comuni delle aree geotermiche) 10 milioni e ne impiegherà altri 5 per potenziarlo, gli amministratori dei Comuni geotermici. Il Pignone investirà nei prossimi 5 anni in Toscana 105 milioni, l’Enel 900, di cui 600 nella geotermia. «L’intervento della Regione, d’intesa con Enel e con Ge, salva e rilancia un gioiello tecnologico — dice Rossi — Ne nasceranno opportunità di sviluppo per un territorio storicamente legato all’utilizzo della geotermia».
