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La Toscana punta sul calor bianco

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Dalla geotermia 100 posti di lavoro
Firmato il protocollo tra Enel e Regione su centrali e diga di Levane

Fonte: La Nazione, Economia & Finanza

Autore: Sandro Bennucci

DUE FIRME per il «via libera» a progetti da troppo tempo attesi. La prima per la nuova centrale geotermica di Bagnore, comune di Santa Fiora, provincia di Grosseto: costerà 120 milioni e darà lavoro per cinque anni, sia diretto che indotto, a oltre cento persone. La seconda per alzare di quasi 5 metri la diga di Levane (comune di Laterina, provincia di Arezzo) ma in pratica porta di accesso per l’Arno nella sua corsa, talvolta tumultuosa e devastante, verso Firenze. Quei cinque metri d’altezza in più (da ottenere attraverso due anni e mezzo di lavoro e 20 milioni d’investimento) permetteranno di trattenere altri 9-10 milioni di metri cubi d’acqua. E costituranno un nuovo «pezzetto» di sicurezza dalle piene per i fiorentini e per i due terzi dei toscani.
Il piano di bacino disegnato dal professor Raffaello Nardi nel 1999 afferma che, per evitare alluvioni come quella del 1966, bisogna trattenere almeno 200 milioni di metri cubi d’acqua a monte di Firenze. Dieci milioni rappresentano un ventesimo. Appunto un «pezzetto di sicurezza»: atteso da 47 anni. E di cui si è avuta certezza solo il 30 agosto scorso, durante la «Spedizione Arno» de La Nazione alla sorgente del Falterona.
LE FIRME sui due protocolli sono state messe da Fulvio Conti, ad dell’Enel, e da Enrico Rossi, presidente della Regione. Per la geotermia è una festa. La Toscana celebra i 100 anni di vita della produzione industriale di energia dalla geotermia, avviata grazie all’intuizione del barone De Larderel. Ora Enel rilancia, attraverso Enel Green Power, con il completamento della centrale di Bagnore 4 per 112 megawatt di nuova potenza. E anche impegnandosi a ridurre fino al 20% il prezzo di cessione del calore e a mettere a disposizione il know how specifico. Attualmente sono cinque i comuni termoriscaldati (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora, Monteverdi Marittimo) e più di 250 mila i metri quadrati di serre, caseifici, e salumifici che usano il calore geotermico. Sul quale Enel s’impegnerà in maniera robusta: Fulvio Conti ha annunciato investimenti per 500 milioni entro il 2017, compresi i 120 milioni per Bagnore. Per il presidente Rossi, il protocollo con Enel «non è un punto d’arrivo ma lo start up di una collaborazione a 360 gradi per lo sviluppo della ricerca. Riguardo all’Arno, tramontata l’ipotesi di rialzare anche la diga di La Penna per il «no» della provincia di Arezzo e dei criti d’arte sostenitori della tesi che il Ponte Romano sia quello dipinto da Leonardo nello sfondo della Gioconda, l’innalzamento di Levane è «un passo verso la sicurezza». Così lo definisce Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino.
Che, dopo la discesa con La Nazione, decise, insieme alla Regione, d’inserire questi «5 metri in più» fra le priorità del piano di bacino. Ma naturalmente serve molto di più per non soffrire di «alluvionite»: cioè dalla paura di alluvioni.