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La green economy una rivoluzione che creerà lavoro

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Il nuovo modello energetico presuppone lo sviluppo di tecnologie ad altissima intensità di lavoro: produzione (con tutte le rinnovabili), accumulo (attraverso idrogeno e altri sistemi) e distribuzione, attraverso le smart grids.

Fonte: La Repubblica – Affari&Finanza

Autore: LIVIO DE SANTOLI-Un. La Sapienza-Roma

La bancarotta dichiarata da Solyndra, azienda americana produttrice di fotovoltaico, alimenta erronee tesi secondo cui la cosiddetta "green economy" distruggerebbe più occupazione di quanta ne crei, (cfr articolo di David Brooks comparso tre settimane fa su queste pagine). La green economy è già in crisi? In realtà le cose stanno molto diversamente. Visti in un contesto specifico di terza rivoluzione industriale più che di generica green economy, l’occupazione va stimata con riferimento a tanti altri comparti, indirettamente legati all’energia (elettronica, edilizia, telecomunicazioni, alimentazione etc), e anche al beneficio indiretto sul prodotto interno lordo complessivo del Paese. Il nuovo modello energetico presuppone lo sviluppo di tecnologie ad altissima intensità di lavoro: produzione (con tutte le rinnovabili), accumulo (attraverso idrogeno e altri sistemi) e distribuzione, attraverso le smart grids. Queste ultime sono talmente importanti, che io parlerei di "grid economy". Assume un ruolo fondamentale anche l’edilizia sostenibile, che infatti cresce del 5% all’anno. Althesys e CgilIres prevedono almeno 250.000 i nuovi posti di lavoro che immetterebbero nei mercati 3 miliardi di euro all’anno di stipendi in più, e la Commissione Europea, nella "Road Map" 2050 in discussione al Parlamento Europeo attualmente stima un impatto complessivo sull’occupazione di oltre 1,5 milioni di posti di lavoro con un contributo al pil pari alllo 0,4% annuo fino al 2020.
Contro le previsioni più scettiche, anche nel nostro Paese le rinnovabili si apprestano a raggiungere l’obiettivo comunitario ben prima del 2020 e l’occupazione nel settore è superiore alle 100 mila unità. Le proiezioni sono ancora più incoraggianti se consideriamo tutte le variabili (costo dell’energia tradizionale, congiuntura economica, incentivazioni, costo e maturazione delle tecnologie). Un aumento del 10% in termini di incentivazioni per eolico e fotovoltaico porterebbe un incremento del 15% del monte stipendi. Un aumento del costo del barile rispetto a 108 dollari del +5% genererebbe +17% di occupazione. Assosolare parla di 50.000 nuovi addetti al 2016 nel fotovoltaico che possono arrivano a 150.000 con l’indotto. Confindustria stima 800.000 posti di lavoro diretti e 1.500.000 incluso l’indotto sull’efficienza energetica nel periodo 20102020; il potenziale delle rinnovabili termiche è di 600.000 posti di lavoro al 2020 compreso l’indotto. Il dato aggregato occupati/oneri/incentivi in numero di addetti su milione di euro incentivati è 1,3 nel fotovoltaico, 68 nell’efficienza energetica e ben 85 nell’uso termico delle rinnovabili.
Ma la grid economy non sono solo le rinnovabili e, nelle rinnovabili, non esiste solo il fotovoltaico. La strada virtuosa dell’efficienza energetica libera risorse economiche importanti, e rappresenta, lo dicono non solo gli analisti del settore ma anche la Confindustria, una potenziale opzione per la finanza pubblica. Nella sola città di Roma, uno studio di Jeremy Rifkin prevede, a fronte di un investimento ventennale di 10 miliardi di euro (lo 0,3 % del pil romano), risparmi per 16 miliardi di euro, con 230 milioni annui di ulteriori fondi disponibili per investimenti produttivi. Le fonti energetiche "low carbon", le reti intelligenti, l’edilizia sostenibile, l’elettrificazione dei trasporti e l’idrogeno sono obiettivi comunitari anche dopo il 2020. Ciò richiederà investimenti nei prossimi 40 anni di circa 270 miliardi di euro.
Ma a lungo termine la creazione dei posti di lavoro dipenderà dalla capacità dei singoli Stati e delle regioni di agire da propulsori per lo sviluppo di nuove tecnologie mediante interventi mirati di incentivazione e strategie formative innovative.
*responsabile Energia all’Università La Sapienza di Roma