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La geotermia seconda energia rinnovabile dopo l’idroelettrica

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La geotermia, fonte rinnovabile seconda in Italia solo a quella riferibile all’energia idroelettrica, ha un grande potenziale di sviluppo e consentirà di raggiungere più facilmente l’obiettivo del 25% di energia prodotta da fonti pulite. La geotermia rappresenta, nella situazione attuale, il 10% dell’energia risultante da fonti rinnovabili italiane e si prevede che, con gli strumenti legislativi posti in essere, possa raddoppiare entro breve tempo.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Lo sostiene un dossier di approfondimento, dedicato alla situazione e alle prospettive dell’energia geotermica in Italia, compresi gli allegati che si riferiscono alle normative correnti, pubblicato recentemente sul sito del ministero dello Sviluppo economico.

Il dossier sostiene anche che questa fonte energetica ha grande potenziale di sviluppo e che consentirà di raggiungere più facilmente gli obiettivi europei di energia prodotta da fonti pulite.

Lo sviluppo futuro potrà essere agevolato dalla recente legge di riordino del settore (Dlgs. 22/2010) che ha introdotto semplificazioni per quanto riguarda le autorizzazioni necessarie all’attuazione di progetti di valorizzazione delle risorse geotermiche a fini energetici. La geotermia, rappresenta nella situazione attuale, e potrà esserlo ancora di più in futuro, un’importante fonte di energia non solo per la produzione di elettricità ma anche come fonte diretta di calore, contribuendo così a ridurre la dipendenza energetica nazionale dall’estero e a contenere le emissioni di gas serra.

La principale applicazione industriale che attualmente riguarda la geotermia è lo sfruttamento di situazioni di gradiente geotermico anomalo, cioè di fluidi ad elevate temperature disponibili in superficie (soffioni, geyser) o, comunque, a profondità relativamente basse (alcuni chilometri), per la produzione di energia elettrica. L’Italia è ricca di situazioni di gradiente geotermico anomalo anche se le applicazioni storiche e più consistenti di energia geotermia si trovano in Toscana, dove si produce circa un quarto dell’energia elettrica consumata in regione e quasi il 2% del fabbisogno nazionale.

Tutte le attività di coltivazione geotermica finalizzate alla produzione di energia elettrica sono sino ad ora realizzate dall’ENEL, ma il Dlgs.22/2010 ha introdotto anche in questo settore i principi di liberalizzazione del mercato elettrico e di abolizione dei monopoli, richiesti a livello europeo.

Il decreto di riforma ha inoltre dato particolare risalto alla produzione di energia geotermica per usi non elettrici, e, introduce una specifica disciplina per le pompe di calore geotermiche, cioè dispositivi che convertono energia (prelevata dal sottosuolo) in calore con un rapporto che può essere fino a cinque volte l’energia elettrica necessaria per il loro funzionamento.

Queste pompe di calore possono essere realizzate con o senza prelievo (e restituzione) di acqua dal sottosuolo, comportano perforazioni poco profonde(alcune decine di metri) ed il prelievo di piccole quantità di calore, e possono riguardare anche aree non caratterizzate da gradienti geotermici anomali. Per le pompe di calore e più in generale per le applicazioni di geotermia “minore”, normalmente utilizzate da privati cittadini, per il riscaldamento o il raffrescamento di edifici, serre ed impianti sportivi, sono previste forme semplificate di autorizzazione, coerentemente con gli incentivi previsti per le fonti energetiche rinnovabili e per l’efficienza energetica. Favorendo ulteriormente, in questo modo, lo sviluppo del settore.

Perché siano ritenute efficienti, le pompe di calore devono avere coefficienti di prestazione (COP) superiori a 2,5. Per verificarne la validità energetica

è richiesta una certificazione dell’esecuzione dei lavori e una verifica dell’efficienza dello scambio termico a sonda realizzata, in modo da garantire la quantità di energia effettivamente estraibile e la congruità dell’impianto di climatizzazione.

Per le prospezioni, i permessi di ricerca e le eventuali concessioni per la coltivazione di risorse geotermiche in terraferma, la legge (D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 – cosiddetto Bassanini) affida la competenza alle Regioni.

Anche i canoni dovuti dai titolari dei permessi e delle concessioni, nonché i contributi per la produzione di energia elettrica, sono devoluti alle Regioni che li determinano entro i limiti fissati dallo Stato. Le risorse geotermiche ad alta entalpia restano, pertanto, patrimonio indisponibile dello Stato; ma la loro gestione, in terraferma, è delegata alle singole Regioni.

In merito a questo aspetto si è registrato un cambiamento nel recente Decreto legislativo sulle energie rinnovabili, che ha destato rilievi da parte della regione Toscana.

Nel Dlgs., infatti, si prevede che le competenze in materia di rilascio delle concessioni nel settore geotermico fino a 5 MW di potenza, siano attribuite al Ministero togliendole quindi alle Regioni, come avviene per tutta la materia che riguarda le concessioni geotermiche.

Su questo era stata inoltrata al governo una richiesta molto precisa da parte del governatore della Toscana, Enrico Rossi per ottenere «la riattribuzione della potestà sulle concessioni per la geotermia, che il decreto ci ha sottratto pur essendo l’energia una materia concorrente».

Un punto su cui Rossi aveva dichiarato di essere pronti come Regione a «ricorrere alla Corte costituzionale. » e che «Peraltro le concessioni geotermiche andrebbero ricontrattate e dovrebbe esserci un maggiore riconoscimento del contributo importante che questa fonte di energia toscana dà al raggiungimento dell’obiettivo europeo del 20/20/20».

L’assessore all’energia della Toscana, Anna Rita Bramerini, che ha preso parte alla riunione con i ministri Paolo Romani, Raffaele Fitto e Stefania Prestigiacomo e i rappresentanti delle Regioni, dell’Uncem e dell’Anci per la discussione delle modifiche al Decreto legislativo, nel prendere atto della disponibilità del governo, si è riservata di esprimere valutazioni più opportune quando la bozza di decreto sarà trasmessa agli enti locali, ma ancora il testo non è disponibile.