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«La geotermia non uccide»

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Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute
L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

800 pagine di analisi e risultati, migliaia di confronti, un dispiegamento di forze scientifiche e economiche messe in campo per la ricerca epidemiologica sulle popolazioni del bacino geotermico toscano condotta dall’Ars, col supporto di studiosi del Cnr di Pisa, che ha dato per l’Amiata della geotermia una confortante risposta: la salute della popolazione risulta in “linea” con quella regionale. Anche se non mancano delle criticità, la cui causa deve essere ancora studiata. Il quadro sanitario dei residenti nei comuni geotermici è stato presentato ieri a Santa Fiora, dal direttore dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Ars, Francesco Cipriani, alla presenza dell’assessore regionale Annarita Bramerini, dei sindaci e delle altre autorità politiche e istituzionali, dei vertici delle Asl delle due province. Presenza in sala anche del gruppo dei Comitati ambientalisti che contestano interpretazione dei dati, politiche trasparenti e invocano uno stop alle centrali. Ma intanto gli esperti hanno presentato l’indagine che ha incrociato i dati ambientali e sanitari relativi a 43.000 abitanti dei 16 comuni geotermici toscani, di cui 8 sono nella provincia grossetana con 5 centrali.

Lo studio mette in evidenza che la percentuale di mortalità in Amiata cala e che la popolazione sta bene. E nei vari interventi che si sono succeduti dopo la lettura dei risultati, si è sottolineato l’inizio di un nuovo approccio al problema geotermia da parte della Regione e dell’assessore Bramerini. Il sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi e poi Tiberio Tiberi coordinatore Pd hanno messo in chiaro che oggi siamo a raccogliere i risultati di una lunga serie di operazioni di ricerca e di monitoraggio e che è il momento di guardare avanti e non tornare sempre sui medesimi discorsi ormai datati. «La geotermia è una risorsa strategica per l’Amiata – dice Verdi – e se il dovere di salvaguardare la popolazione è prioritario, è anche vero che oggi cominciamo ad avere dati certi per andare avanti». Anche il direttore sanitario Asl 9 ha ribadito che il lavoro fatto da Ars ha un valore oggettivo. Disponibilità al confronto rispetto all’uso delle tecnologie e sulla qualità dei processi, è arrivato da Romagnoli dell’Enel, mentre l’assessore Bramerini spiegando alla platea e controbattendo anche ai Comitati ha detto: «Lo studio dell’Ars è uno dei primi completi sulle aree geotermiche. I dati di salute sono rassicuranti, ma è importante aver iniziato un percorso. Bisogna ci sia voglia di ascoltare e non far leva su un gioco delle parti che non giovano a nessuno. In questa informazione che rendiamo pubblica e trasparente, alcune criticità sanitarie vi sono, ma potrebbero far pensare a caratteristiche delle aree montane».

 

Il monitoraggio continua

Massima attenzione dell’Asl sulla popolazione amiatina

MONTE AMIATA. Ma cosa sono queste criticità di cui si parla? Lo spiega lo stesso direttore Ars Francesco Cipriani che osserva: «Arsenico e radon sono i problemi ambientali più critici. Da monitorare pure l’acido solfidrico per ora modesto. Per la popolazione le maggiori criticità sono a carico di alcune sedi tumorali come stomaco, fegato, leucemie, patologie respiratorie. Non abbiamo cause certe per queste patologie che eccedono nell’area amiatina rispetto all’area geotermica nord, ma solo indizi, che ci rimandano, nella ricerca delle cause, ancora da esplorare, ad esposizioni professionali, a stili di vita e non alla responsabilità geotermica». L’Asl ha avviato una discussione scientifica su queste aree.