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La corsa verso il cielo alla conquista del vento

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Mentre si è appena festeggiata la giornata mondiale dell’energia eolica, nuovi record all’orizzonte per turbine offshore.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Giovedì scorso, 11 giugno, è stata festeggiata in Italia con varie iniziative, la Giornata mondiale del vento. Nel resto del mondo a dire la verità, il Global wind day lo si è festeggiato ieri, il 15 giugno. In ogni caso, senza entrare nel merito delle date più corrette per celebrare l’energia eolica, questo settore è attualmente uno dei comparti industriali con la crescita più sostenuta, avendo registrato, solo nel 2014, investimenti globali per circa 100 miliardi di dollari. L’Europa non è stata da meno, e grazie al traino di Germania e Regno Unito ora l’eolico è in grado di soddisfare il 10,2% della domanda elettrica del Vecchio Continente, pari al fabbisogno di 73 milioni di famiglie. A sottolineare i dati, è l’European Wind Energy Association.

La crescita degli investimenti e del fatturato per questa fonte energetica rinnovabile va di pari passo con la crescita, anche in altezza ed in potenza, dei parchi eolici offshore. Fino al 2014 il record della pala eolica in esercizio più grande al mondo spettava alla francese Alstom, con il suo rotore Haliade 150 di oltre 150 metri s.l.m. e con pale di 73 metri e mezzo, con potenza nominale di 6 MW, inaugurata in un impianto eolico al largo del porto di Ostenda nel sito di Belwind in Belgio. Adesso però la società sudcoreana Samsung Heavy Industries ha costruito, al largo delle coste scozzesi, una turbina eolica da 7 MW con rotore di 171 metri di diametro per 196 metri di altezza (costo stimato di circa 8 milioni di euro). Il suo nome di battaglia è S7.0-171.

Ma la sfida non finisce qui. La MHI Vestas (nuova società fondata nel 2014 da Vestas e Mitsubishi) ha deciso di mettere in commercio un rotore ancora più potente (ma non più grande in diametro, fermandosi a 164 m.), chiamato V164, con potenza nominale da ben 8 MW. Un record mondiale assoluto, accompagnato anche dalla capacità, certificata durante i test del 2014, di produrre energia 24 ore su 24. Ovviamente offshore.