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“In Germania non ci sono limiti alla potenza annua installabile”

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Cosa prevede il modello tedesco e in che misura il suo sistema si differenzia da quello italiano

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

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Nel dibattito italiano sul futuro dell’incentivazione al fotovoltaico, ricorre spesso il riferimento al "modello tedesco". Ma che cosa prevede questo modello e in che misura il suo sistema si differenzia da quello nostrano? «Innanzitutto, la Germania non impone alcun tetto massimo annuo in termini di potenza installabile», risponde Stefano Eleuteri, direttore del mensile Photon, rivista specializzata nel settore fotovoltaico con 215 mila copie vendute in 6 lingue diverse. «In Italia, al contrario — aggiunge l’esperto — c’è chi sta progettando oggi di introdurre barriere sia alla potenza annualmente sovvenzionabile, in sostituzione al "tetto flessibile" previsto dal regime delle tre edizioni finora messe in campo dal Conto Energia, sia alla spesa economica annua per gli incentivi».
Un’altra differenza non trascurabile riguarda la riduzione degli incentivi in relazione alla potenza installata. «La riduzione programmata degli incentivi in Germania — osserva Eleuteri — si regola in parte in relazione alla potenza installata nell’ultimo periodo rilevato e tiene conto del progressivo decremento dei costi di sistema conseguente all’aumento quantitativo delle installazioni: in sostanza, più consistente si fa la potenza di fotovoltaico allacciata alla rete, maggiore è la riduzione che si impone alle relative tariffe. Per il mese di luglio, ad esempio, il taglio oscillerà tra un teorico zero per cento nell’improbabile ipotesi di un mercato a crescita zero e un massimo del 15 per cento a ritmi di crescita più alti. Per contro — aggiunge l’esperto — le riduzioni degli incentivi introdotte in Italia sono state, invece, frutto di trattative con alterno esito tra politici, funzionari ministeriali e industria del settore».
Inoltre, in Germania esistono incentivi «onnicomprensivi» per l’immissione in rete. «Siccome il modello tedesco sovvenziona l’immissione in rete anziché, come in Italia, la produzione della corrente da fonte fotovoltaica — spiega Eleuteri — in Germania vige il divieto di cumulare l’incentivo al profitto per la vendita della corrente (come accade per i grandi impianti in Italia) e a coloro che praticano l’autoconsumo della corrente prodotta in proprio spettano sovvenzioni ridotte: norma, quest’ultima, peraltro destinata a decadere a fine anno».