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Il teleriscaldamento come volano e opportunità per le aziende

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Le aziende delle aree geotermiche toscane raccontano il loro “calore geotermico”

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Le sfide che l’avanzamento tecnologico pone agli operatori, coniugate con un crescente bisogno di diversificare il mix energetico, rendendolo sempre più sostenibile e socialmente condiviso, richiedono un’attenzione maggiore alle modalità con cui la geotermia è oggi utilizzabile. È infatti una crescente consapevolezza che un approccio razionale alla coltivazione della risorsa e al suo uso all’interno dei processi antropici non possa limitarsi solo alla produzione di energia elettrica e solo attraverso le tecnologie attualmente in uso negli impianti industriali.
La geotermia entra nell’immaginario collettivo per l’importanza che riveste per la produzione di energia elettrica, mentre, spesso, si trascura la valenza di una fornitura di calore a vantaggio delle comunità e delle attività produttive che insistono su un territorio ricco di tale risorsa.
In particolare, la disponibilità di una simile fonte energetica offre una risposta significativa a quelle aziende che, da un lato, vogliono contenere il costo della bolletta energetica e dall’altro, sono attente a perseguire gli obiettivi aziendali in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa con particolare riguardo alla tutela ambientale e alla valorizzazione delle risorse e delle competenze presenti nel loro territorio.
La Toscana è nota nel mondo per le sue aree geotermiche, nelle quali si sono sviluppate competenze anche per gli usi diretti del calore in serre, caseifici, essiccatoi e teleriscaldamenti. La possibilità di accedere al calore geotermico attraverso una rete di distribuzione fornisce, infatti, una serie di opportunità di sicuro interesse. La riflessione su quali e quante di queste siano state accolte dalle imprese del territorio geotermico toscano è stata al centro della Tavola Rotonda coordinata da Loredana Torsello di CoSviG sul tema “Le opportunità per gli operatori economici”, svoltasi lo scorso 20 gennaio a Piancastagnaio nell’ambito dell’iniziativa “Il teleriscaldamento geotermico: le esperienze in Toscana”. Nell’occasione, alcune imprese  hanno “raccontato” il loro vissuto geotermico e come questa fonte energetica abbia inciso nella gestione di attività anche molto diverse fra loro. Hanno, infatti, partecipato al dibattito la Garland di Piancastagnaio, la GeoSerra s.r.l. di Montieri, la Parvus Flos di Radicondoli, Vapori di Birra di Sasso Pisano, la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili. Settori merceologici diversi, dimensioni e maturità diverse, ma tutti accomunati dall’uso del calore geotermico a servizio dell’attività produttiva.
L’intenzione della tavola rotonda era quella di sollecitare, attraverso il racconto delle esperienze di impresa, una testimonianza proattiva nella diffusione di tecnologie e know how per favorire un maggior ricorso a queste soluzioni energetiche.
Il primo elemento di sollecitazione del dibattito è stato sicuramente focalizzato sul vantaggio che il calore geotermico determina sul bilancio economico di un’azienda che decide di farvi ricorso. Anche se con impatti differenziati, tutte le imprese possono testimoniare che sono significativi (dal 20% al 60% di risparmio sulla voce costo dell’energia).
Ma se questo appare il vantaggio più facilmente comprensibile e atteso, molte altre sono state le riflessioni emerse. Non si può, infatti, trascurare il fatto che, per un territorio, dotarsi di infrastrutture orientate a facilitare l’accesso ad una fonte di calore a costo contenuto e a basso impatto ambientale, diventi più attraente da punto di vista degli investimenti futuri, facilitando così la possibilità che nascano nuovi business, nuove prodotti e nuove occasioni di crescita delle competenze disponibili a vantaggio dell’intera economia locale. Le infrastrutture a cui si fa riferimento non sono rappresentate solo dalle reti di distribuzione del calore, dalle centrali di scambio e di pompaggio dei fluidi, ma anche da tutte quelle strutture a servizio degli operatori economici (tecnici, progettisti, manutentori, sviluppatori ecc.) e delle amministrazioni locali che promuovono e supportano tali opportunità di sviluppo. Un esempio è il CEGLab, recentemente inaugurato da CoSviG, un centro di competenza avanzato in materia di geotermia con l’obiettivo di contribuire alla diffusione dell’innovazione e al trasferimento delle tecnologie per la valorizzazione del calore del sottosuolo, con particolare attenzione ai suoi usi diretti.  Il CEGLab è concepito come laboratorio di ricerca applicata, per effettuare sperimentazioni e test che consentano un miglioramento delle tecnologie relativamente alle risorse e agli impianti. È in grado di operare nei vari settori per lo studio della risorsa, della geologia/idrogeologia dei campi geotermici e della impiantistica connessa.
Il CEGLab è anche una struttura a supporto della formazione ed aggiornamento delle nuove generazioni di tecnici che saranno chiamati ad operare in progetti per la valorizzazione delle risorse geotermiche. Infatti, per puntare in modo serio allo sviluppo di un territorio con effetti importanti e consolidati, non bisogna trascurare l’importanza che rivestono gli investimenti in capitale umano: è questa la base per assicurare una effettiva e robusta competitività di un sistema economico rispetto a molti altri. La crescita delle competenze e la formazione dei tecnici qualificati avviene anche all’interno delle imprese coinvolte nell’uso del calore geotermico, poiché le soluzioni impiantistiche più innovative sono spesso sviluppate con la collaborazione dei tecnici che lavorao nelle aziende stesse, coi i quali progettisti e sviluppatori disegnano e adeguano le soluzioni tecniche opportune.
Sono questi gli elementi essenziali che possono consentire l’avvio di percorsi di sviluppo coerenti con le vocazioni del territorio e che possono innescare fenomeni di specializzazione non solo produttiva, ma anche territoriale e infrastrutturale.
Si facilita così la nascita di nuove imprese accanto alle imprese esistenti che si aprono a nuovi mercati. Entrambi i percorsi sono facilitati dal ricorso a innovazioni tecnologiche che consentono di sperimentare, rinnovare e consolidare i nuovi business. Rappresentano un buon esempio in tal senso sia coloro che hanno impianto nuove serre, con soluzioni tecniche volte a massimizzare l’efficienza sia energetiche che produttiva e sia il birrificio geotermico che, primo al mondo, sta sperimentando come il vapore geotermico può consentire di produrre birre artigianali di pregio e testare nuove ricette per incontrare le esigenze di un consumatore sempre più attento e ricercato. Ma appare interessante anche l’esempio dell’industria del settore della pelletteria che, per assicurarsi il condizionamento dei locali adibiti alla produzione, ha sperimentato soluzioni impiantistiche innovative (con un teleriscaldamento con “scambiatori a contatto”, senza spillamento di fluidi).
Il riconoscersi uniti e con un intento comune, supportati dalle amministrazioni regionali e locali che veicolano anche risorse finanziarie pubbliche, spinge anche a riconoscersi all’interno di percorsi di green marketing con l’individuazione di marchi e di certificazioni (di prodotto, di processo, di territorio ecc.) che possano veicolare anche al consumatore finale la filosofia che sta alla base delle scelte aziendali attuate. Prodotti di alta qualità, realizzati nel rispetto dell’ambiente circostante e valorizzazione delle risorse locali, energetiche, culturali, sociali, ambientali. E questa è la filosofia che ha aggregato i produttori agroalimentari nella Comunità del Cibo a Energie rinnovabili che, sotto l’egida di Slow Food, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e CoSviG, stanno promuovendo un nuovo modo di fare buon cibo anche con energie rinnovabili, fra cui la geotermia, dietro lo slogan “buono, giusto e pulito”.
Anche i territori sono oggetto di azioni di valorizzazione da parte delle Amministrazioni locali, sempre più tese a rendere più attraente un’area per gli investitori. Allo stesso tempo, la presenza di infrastrutture che consentono di valorizzare le risorse energetiche locali per i cittadini possono invogliare fenomeni di immigrazione di vario tipo, in contro tendenza con un lento fenomeno di abbandono di molte di queste aree di per se caratterizzate da una bassissima densità di popolazione (croce e delizia per molti amministratori locali).
Certo la sfida da raccogliere non è sempre di facile gestione, poiché occorre fare spesso i conti con alcuni svantaggi strutturali con i quali fanno quotidianamente i conti le imprese. Da questo punto di vista, lo strumento a disposizione degli amministratori pubblici è rappresentato dalle risorse economiche pubbliche messe a disposizione talvolta dall’Europa ma anche dal Fondo Geotermico, costituito dal complesso delle risorse derivanti dalle compensazioni ricevute dai Comuni e dalla Regione Toscana da parte di Enel Green Power per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica. Infatti, una quota del Fondo Geotermico negli ultimi anni è stata destinata da CoSviG –per conto dei comuni geotermici- all’attivazione di un bando pubblico per il cofinanziamento di interventi produttivi legati allo sfruttamento delle FER, al risparmio e all’efficienza energetica.
Non è un caso che alcune delle imprese che di recente hanno fatto investimenti per raggiungere performance energetiche più efficienti siano ricorse a questo strumento e proprio per dotarsi degli impianti necessari alla possibilità di utilizzare il calore geotermico.