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I virtuosismi di Klamath Falls grazie ai suoi pozzi geotermici

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Una tranquilla cittadina americana con una popolazione stimata nel 2006 di oltre ventimila persone grazie alle sorgenti geotermiche alimenta gran parte dei servizi e gode anche di un discreto turismo.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Klamath Falls, contea dello stato dell’Oregon, Usa. Una cittadina di provincia che sin dall’inizio del 1900 sfrutta l’energia della terra per qualsiasi applicazione diretta dal teleriscaldamento degli edifici alle attività imprenditoriali quali acquacoltura, serre sino ad una fabbrica di birra locale. L’unica che si conosca che utilizzi l’acqua calda geotermica nel proprio ciclo produttivo e che potrebbe essere inserita – almeno per un gemellaggio -nel circuito comunità del cibo.

Una cittadina americana con una popolazione stimata nel 2006 di oltre ventimila persone e che grazie alle sorgenti geotermiche gode anche di un discreto turismo: oltre al Crater Lake, che è ciò che rimane dell’eruzione di oltre 7000 mila anni fa cui Klamath deve le sue risorse geotermiche, e che è meta di naturalisti appassionati di bird watching, le stesse infrastrutture geotermiche che sono sempre aperte, attirano visitatori da tutto il mondo.

C’è anche una piscina pubblica, aperto tutto l’anno, le cui acque sono scaldate grazie alla risorsa geotermica che alimenta anche una piccola centrale termica che permette il riscaldamento dell’Oregon Institute of Technology che lavora per implementare l’uso di questa manna che viene dal sottosuolo e che presto conta di utilizzarla anche per produrre energia elettrica.

In inverno, spiega il direttore del Geo-Heat Center dell’Oregon Institute of Technology, Tonya Boyd, grazie ad un sistema sotterraneo che permette il passaggio del calore geotermico, viene alimentato un circuito di scioglimento della neve che permette di tenere puliti i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali del centro città. E grazie allo stesso sistema è possibile tenere pulite dalla neve anche le scale e le rampe di accesso per i disabili al campus dell’istituto, l’unico nel Nord America in cui il riscaldamento è interamente alimentato con la fonte geotermica.

«Se dovessimo usare altre fonti di energia, come il gas naturale e/o l’elettricità, per sviluppare e mantenere in funzione un sistema del genere avremmo costi proibitivi» secondo il supervisore dell’area acqua e geotermia di Klamath, Randy Travis.

Sono al momento 600 i pozzi geotermici che alimentano gran parte dei sistemi di riscaldamento della cittadina americana, che da più di un secolo ha scelto di investire nella fonte rinnovabile e che sta valutando la possibilità di realizzare una nuova centrale a servizio dei cittadini e di ampliare la capacità degli impianti a servizio delle attività produttive.

Un’espansione che deve fare i conti con i costi e che non potrà essere sostenuta solo con i ricavi delle bollette «che coprono solo i costi per la gestione ordinaria» dice Travis.

«Per qualsiasi investimento- diverso dalla manutenzione ordinaria, aggiunge Travis – dobbiamo ricorrere a fondi o prestiti decisamente limitati».