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Geotermia nel parco

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Al parco naturale regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa è stato inaugurato un impianto geotermico a servizio della Foresteria del centro visite

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Siamo ad un passo da Bologna, dove tra i torrenti Savena, Zena, Idice e Quaderna, è racchiuso un territorio in cui si intrecciano affioramenti dei gessi messiniani con i calanchi del Passo dell’Abbadessa, che danno il nome a questo parco regionale emiliano.

Per la natura carsica del territorio, in queste aree si osservano doline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni a candela numerosissime grotte che creano l’habitat idelae per una fauna ipogea di grande interesse scientifico.

Alle tante testimonianze che raccontano l’affascinante storia naturale dei luoghi – si legge sulle pagine del sito del parco – si sovrappongono i segni delle opere dell’uomo, che ha frequentato sin dalla preistoria queste colline”.

Segni che l’uomo continua a lasciare e che anzi con la gestione della riserva cerca di rendere più consoni alla missione di protezione e di sostenibilità che il parco si è dati.

Si può leggere con questa chiave l’intervento che ha visto pochi giorni fa la sua definitiva inaugurazione alla Foresteria del Centro visite Villa Torre, a Settefonti, che il parco utilizza per ospitare gruppi di visitatori, ricercatori e in genere gruppi di fruitori del parco stesso. «La foresteria è una grande struttura degli anni ’70, costruita con criteri assolutamente opposti con quanto si cerca di promuovere oggi in termini di sostenibilità» ci spiega la direttrice del Parco, Lucia Montagni.

Per questo, a partire dall’agosto 2008, l’amministrazione del parco di Ozzano Emilia, ha intrapreso un percorso di ristrutturazione della struttura che prevedeva opere e impianti finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica della Foresteria del Centro Visita.

Il progetto della riqualificazione energetica della struttura, che ha previsto opere di coibentazione interna dell’edificio, sostituzione dell’impianto di riscaldamento con un impianto a bassa temperatura, sostituzione di gran parte degli infissi, installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici ha il suo elemento innovativo nell’impianto geotermico che è appena stato inaugurato.

«L’impianto geotermico- ci ha spiegato ancora Lucia Montagni-è costituito da 8 sonde poste ad una profondità di 100 metri nel sottosuolo connesse ad una pompa di calore geotermica dotata di sistema di supervisione per la programmazione, la contabilizzazione e il monitoraggio con predisposizione anche per controllo remoto»

L’energia necessari al funzionamento della pompa viene dall’impianto fotovoltaico «e questo- sottolinea la direttrice del Parco- ci permette un ulteriore abbattimento del fabbisogno energetico dell’edificio anche se non ancora l’autosufficienza energetica».

Un totem informativo, collegato ai vari impianti installati, consente di visualizzare l’organizzazione del sistema edificio-impianto, leggere i valori istantanei di produzione o consumo di energia, conoscere i valori del rendimento energetico degli impianti geotermico, solare termico e fotovoltaico, così da costituire un interessante supporto informativo per le attività di educazione ambientale svolte dal Parco.

Un intervento di riqualificazione che ha comportato un investimento complessivo di 645.000 euro che è stato possibile grazie a finanziamenti di enti pubblici e privati.

La prima fase in cui si è provveduto agli interventi per migliorare l’efficienza energetica e per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, per un totale di 418.000 è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Enti consorziati.

Nella seconda fase si è provveduto alla realizzazione dell’impianto geotermico l’installazione di pannelli per solare termico, il rifacimento della fognatura e l’ulteriore sostituzione degli infissi. Per completare queste opere sono state necessarie risorse per un totale di 236.000 euro di cui 154.400 a carico del Ministero dell’Ambiente nell’ambito del Bando Fonti Rinnovabili e 81.600 finanziati da Regione Emilia-Romagna ed Enti consorziati.

«E’ un progetto che oltre a rappresentare un notevole risparmio per l’economia del parco – sottolinea la Montagni- ha anche un eccezionale valore educativo per chi lo viene visitare, perché è la dimostrazione concreta che certi interventi sono assolutamente realizzabili. Anche in un parco».