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Geotermia, la Toscana fa scuola

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Il primato dell’elettricità verde

Fonte: La Nazione, Cronache

Autore: Irene Carlotta Cicora

COMPIE 102 anni e mette a segno un record «green». La geotermia in Toscana ha acceso la sua prima lampadina nel 1904 a Larderello, quando grazie all’intuizione del principe Piero Ginori Conti, venne sperimentato un primitivo generatore. Seguì, nel 1911, la costruzione del più antico impianto geotermico commerciale del mondo. Oggi le centrali in Toscana sono 34, gestite da Enel Green Power: 16 nel pisano (con la «capostipite» di Larderello), 9 in provincia di Siena e 9 in quella di Grosseto. E nel 2015 hanno raggiunto la quota record di 6 miliardi di kilowattora prodotti, corrispondenti al consumo medio annuo di energia elettrica di due milioni di famiglie.
COME funziona la geotermia? Il principio è lo stesso di una pentola a pressione messa sul fuoco. Il magma in profondità fornisce il calore, il fondo della pentola corrisponde a uno strato di rocce impermeabili, le valvole sono i pozzi di perforazione e le manifestazioni naturali. «Nel dopoguerra i neozelandesi vennero a studiare le nostre strutture, fino ad allora uniche al mondo – spiegano i tecnici di Enel Green Power – per poi costruire il loro primo impianto nel 1958. Quanto al fabbisogno energetico che viene prodotto per la regione toscana, le “energie rinnovabili” forniscono complessivamente il 40% del totale (tra geotermico, eolico, idroelettrico)».
MA C’È SPAZIO anche per una filiera turistica: un circuito che abbraccia il museo della geotermia in Val di Cecina, il parco delle Biancane a Monterotondo Marittimo. E sta prendendo piede il «trekking geotermico». Gli stabilimenti sono aperti anche a visite di studenti e appassionati. «L’intenzione ora è di guardare al Sud America, per realizzare nuove centrali – spiegano da Enel – Cerchiamo anche di trasferire know-how per creare un distretto toscano a livello locale e c’è un piano assunzioni». Al momento il comparto geotermico dà lavoro a 700 persone, 1500 nell’indotto. Negli ultimi 3-4 anni sono stati inseriti oltre 100 giovani tra ingegneri e periti: un mercato cui guardare con un certo ottimismo. Costruire un impianto geotermico ha un costo notevole, soprattutto per la parte relativa alla ricerca delle risorse. Ad esempio «Bagnore 4», ultimo nato a Santa Fiora, ha richiesto l’investimento di 13 milioni di euro (ricerca mineraria, perforazione ad alta ingegneria, costruzione della centrale con le turbine). Dal 2008, con la crisi, c’è stato un vero boom delle energie rinnovabili, il cui pregio sta nel fatto che vanno in produzione senza fermarsi quasi mai, visto che le risorse che danno loro vita sono il sole, l’acqua e il vento. E per la geotermia il processo produttivo è continuo.
«LA GEOTERMIA toscana – ha detto Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power – si conferma risorsa fondamentale sia in termini elettrici che termici». Le vecchie centrali Enel che facevano uso di fonti fossili, vengono pian piano smantellate e per il loro riutilizzo vengono banditi concorsi di idee, come accaduto per quelle di Piombino e Livorno. Quanto al sistema idroelettrico toscano, ci sono 32 impianti di produzione, in grado di soddisfare i consumi elettrici di oltre 150mila famiglie. E le opere idrauliche sono distribuite su 128 chilometri di canali, tra Lucca, Pistoia e Arezzo sui fiumi Serchio, Lima, Arno e altri minori.