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Geotermia, il primo cittadino di Monterotondo M.mo: «Tocca ai sindaci assumersi l’onere delle decisioni»

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«Dopo tanto ragionare, ho l’impressione che non sia ancora chiaro il tema di cui stiamo parlando».

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: a.f.

Così ha detto Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo, nel corso della quarta commissione del consiglio regionale, convocata per discutere di geotermia. Non vuole difendere «un pensiero unico», come lo definisce, ma neanche vuole accettare il no a priori rispetto questa opportunità. Anche perché, scientificamente parlando, nella materia «alcuni punti comuni devono essere condivisi». Punti che, secondo termine, permettono di portare avanti uno sviluppo regolato degli impianti. Ad esempio, il fatto che «la geotermia non nasce oggi», ma esiste «un’esperienza positiva vissuta da molti sindaci nei cui comuni sono localizzati impianti geotermici che utilizzano risorse ad alta entalpia» esperienze «di sviluppo» e «energia sostenibile». Ci sono poi gli strumenti messi a disposizione dalla legge, come il piano paesaggistico. Senza scordarsi poi che «la geotermia è una risorsa pubblica, lo sviluppo sostenibile della sua utilizzazione, in modo da dare in primo luogo risposte ai bisogni dei territori, può e deve essere garantito attraverso un adeguato processo di selezione dei soggetti che operano in regime di concessione». Punti che il sindaco monterotondino ha voluto chiarire nei palazzi della Regione, dato che il suo comune e la geotermia vanno avanti a braccetto ormai da diverso tempo. «Le produzioni di eccellenza, il valore dei beni storici, ambientali e le potenzialità turistiche dei Comuni geotermici sono dimostrate dai fatti e dai numeri e hanno lo stesso valore di quelle dei Comuni che compiono altre scelte» dice Termine, schierandosi contro la zonizzazione. «Questa logica divide e sposta la responsabilità limitando il coinvolgimento vero dei sindaci Comuni ai quali dovrebbe spettare eventualmente la scelta definitiva», con il rischio di far perdere potere decisionale ai primi cittadini. Quando, al contrario, secondo Termine questi devono essere protagonisti attivi in materia. «I sindaci dovranno, in tal senso, assumersi l’onere delle decisioni di fronte ai cittadini, sia in positivo che in negativo, senza richiami a principi di sistema e di area vasta, ma facendo riferimento alle loro scelte di pianificazione e programmazione socio-economica del proprio territorio» conclude Termine.