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Geoitalia 2011, presentazioni studi per sviluppare la geotermia

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«Il no italiano al referendum sul nucleare in Italia rende ancora più importante il bisogno di sviluppare ulteriormente la geotermia e contribuire al mix elettrico 100% rinnovabile in combinazione con tutte le altre fonti rinnovabili.

Fonte: Il Capoluogo.it

Autore: Il Capoluogo.it

Con il progetto “Atlante geotermico per il Mezzogiorno» il CNR sta predisponendo l’aggiornamento delle informazioni sui sistemi idrotermali e l’identificazione di risorse di nuova concezione nel Mezzogiorno d’Italia. Il progetto internazionale Geoelec (Develop Geothermal Electricity in Europe to have a renewable energy mix), appena lanciato, contribuirà allo studio, guardando il potenziale per l’EGS (Enhanced Geothermal Systems) in Italia. Infatti, nelle poche regioni  italiane dove le risorse idrotermali sono limitate, l’EGS permette di produrre elettricità geotermica con la stimolazione della roccia secca”. Lo ha annunciato dottoressa Adele Manzella Geofisica, Coordinatrice nazionale dei progetti geotermici del CNR.

«A Geoitalia presenteremo la struttura di questo importante progetto – ha affermato Manzella – e non è finita. Sull’Atlante geotermico si innesta il progetto VIGOR (Valutazione del potenzIale Geotermico delle regiOni meRidionali),  che, in una logica di integrazione di  policy e programmi diversi, per le 4 Regioni del Mezzogiorno identificate come le “Regioni Obiettivo Convergenza” e  con il contributo del Programma Interregionale (POI) Energie rinnovabili e risparmio energetico, sta già attuando evoluzioni e sviluppi più ambiziosi ed immediatamente utilizzabili a fini produttivi, e che comprende tutti gli utilizzi geotermici e, in particolare, quelli di bassa e media temperatura con tecnologie disponibili. Le valutazioni su questi progetti sono in  corso e i primi risultati saranno presentati a Geoitalia 2011».  

Il tutto dinanzi ad una platea mondiale rappresentata da 1500 scienziati che giungeranno a Torino da 28 Paesi. Geoitalia è la biennale di Scienze della Terra, quest’anno evento ufficiale per l’Unità d’Italia, organizzata dalla Federazione Italiana Scienze della Terra.

Dunque grazie al progetto del CNR potremo conoscere il vero potenziale geotermico dell’Italia e in particolare delle regioni del Sud.

«Letteralmente “il calore della terra”, la geotermia è utilizzata in modo diretto – ha proseguito Manzella –  come energia termica, o convertendola in energia elettrica.  Una miriade di usi è già stata immaginata e sperimentata, molti altri sono possibili. Considerando che il 30% del consumo di energia in Italia è rappresentato da usi termici a medio-basse temperature – dice Manzella – è facile immaginare come l’uso di acque geotermiche per processi di riscaldamento (calore per ambienti o di processo) può essere esteso a molte applicazioni, rientrando nei meccanismi virtuosi di risparmio energetico e migliorando l’efficienza. La capacità elettrica installata in Italia nel 2011 si avvicina a 1 GWe (GigaWatt elettrico) e il potenziale economico totale si stima che superi gli 8 GWe. L’insieme d’informazioni di carattere geologico, idrogeologico, geochimico e geofisico (ottenute da un programma di esplorazione) e i metodi di valutazione del contenuto energetico di un sistema geotermico costituiscono due strumenti molto efficaci non solo per definire l’entità delle risorse disponibili – ha sottolineato Manzella –  ma anche per fare previsioni a lungo termine sul grado di utilizzabilità di una risorsa geotermica. La raccolta e l’aggiornamento di questi dati costituiscono, infatti, il punto fondamentale per produrre sia una moderna valutazione della risorsa geotermica che una stima aggiornata del suo potenziale di sfruttamento. Grazie al progetto VIGOR il dettaglio delle informazioni e dei risultati, il loro livello di fruibilità per Amministrazioni ed imprese e la definizione di progettualità innovative ed immediatamente utilizzabili a fini produttivi raggiunge livelli pari ai migliori standard internazionali, come contributo al riequilibrio di condizioni strutturali meno avvantaggiate e in funzione dell’esigenza di attivare il tessuto produttivo della Regioni Obiettivo Convergenza – conclude la Manzella – Un esempio, in realtà, che gioverebbe a tutto il Paese».