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Fotovoltaico, è conto alla rovescia

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Con il Quinto conto energia l’intervento pubblico a sostegno del settore sarà fortemente limitato
Nuovi incentivi dal 27 agosto. Ma non ce n’è per tutti

Fonte: Italia Oggi

Autore: di Duilio Lui

Il fotovoltaico entra in una nuova era. Finita la lunga fase degli incentivi generosi, che hanno reso per anni l’Italia meta prediletta degli investitori internazionali, gli incentivi si apprestano a vivere l’ultima fase. Con il Quinto conto energia l’intervento pubblico a sostegno del settore viene fortemente limitato, in attesa di entrare nell’epoca post-incentivi, quando cioè gli operatori dovranno mostrare di saper stare sul mercato con le proprie gambe.
Parte il conto alla rovescia. Il nuovo decreto (dm 5 luglio 2012) a sostegno del fotovoltaico prevede un taglio medio degli incentivi al 30% rispetto al Quarto conto energia, con picchi del 50%. La norma stabilisce il passaggio dal vecchio al nuovo schema incentivante 45 giorni dopo il raggiungimento di un costo cumulato annuo di 6 miliardi di euro: traguardo raggiunto il 12 luglio scorso, per cui le nuove tariffe, ha stabilito l’Authority per l’energia, si applicheranno a decorrere dal 27 agosto 2012.
Per l’accesso all’incentivo è previsto un doppio canale, diretto e previa iscrizione al registro. L’accesso diretto riguarderà cinque categorie:
a) impianti di potenza fino a 50 kW realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto;
b) impianti di potenza non superiore a 12 kW, ivi inclusi rifacimenti e potenziamenti, che comportano un incremento della potenza dell’impianto non superiore a 12 kW;
c) impianti integrati con caratteristiche innovative, o impianti realizzati da amministrazioni pubbliche, fino al raggiungimento di un costo indicativo cumulato degli incentivi di 50 milioni;
d) impianti a concentrazione fino al raggiungimento di un costo indicativo cumulato degli incentivi di 50 milioni;
e) impianti di potenza compresa tra 12 kW e 20 kW, ivi inclusi rifacimenti e potenziamenti, che richiedono una tariffa ridotta del 20% rispetto a quella spettante ai pari impianti iscritti al registro.
Gli impianti che non ricadono fra quelli indicati precedentemente, qualora rispettino i requisiti stabiliti dal decreto, accedono alle tariffe incentivanti previa iscrizione in appositi registri. Per l’accesso a tali registri la priorità verrà data alle seguenti categorie: opere di bonifica dell’amianto; efficienza energetica; realizzazione con componenti principali realizzati all’interno di un paese che membro dell’Ue; realizzazione su terreni bonificati; impianti di potenza non superiore a 200 kW al servizio di attività produttive
Fine vicina. Il budget di spesa per i nuovi sussidi è fissato a 6,7 miliardi l’anno, una somma superiore di 200 milioni a quanto previsto dalla prima bozza del decreto, ma comunque insufficiente a centrare il traguardo. Se, infatti, l’obiettivo governativo è di tenere in vita lo schema incentivante per cinque semestri, diversi analisti ritengono che il tetto sarà raggiunto nel giro di poche settimane (oggi saremmo già oltre quota 6,1 miliardi di euro). «Colpa» della corsa alle nuove installazioni scatenata dagli operatori per ottenere gli incentivi ben più generosi fissati dal Quarto conto energia.
Le altre fonti verdi. Il decreto ministeriali stabilisce anche gli incentivi per le fonti rinnovabili non fotovoltaiche: idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas. Potranno godere delle nuove tariffe (in aumento per quelle più innovative) a partire dal 1° gennaio del 2013, con un regime transitorio della durata di quattro mesi. Ma resta la possibilità di aggiornare lo schema di incentivi in corsa, con successivi provvedimenti. Il budget massimo di spesa in questo caso ammonta a 5,8 miliardi.