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Eolico: operazione verità

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Parque Moran windfarm, Comodoro Rivadavia, Chubut, Argentina. Biggest in S-America Accession #: 2.98.397.001.09
Legambiente ha presentato un dossier per fare chiarezza sulla situazione dell’eolico in Italia e in particolare sulle polemiche che negli ultimi mesi hanno spesso accostato questa fonte energetica a inchieste della magistratura e a fenomeni illeciti.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’ha chiamata così Legambiente, Operazione Verità, questa indagine svolta sulle vicende che legano l’eolico ad alcune indagini della magistratura e che hanno riempito nelle ultime settimane le pagine dei quotidiani.

Ma nonostante la forte esposizione mediatica, Legambiente ha censito solo 7 inchieste rilevanti, condotte dal 2006 a oggi, che riguardano l’eolico. <<Si tratta di indagini che hanno conosciuto un’accelerazione a partire dal 2009 – si legge nel dossier-e che riguardano in particolare cinque regioni: Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Eppure, nonostante la presenza invasiva in queste regioni delle organizzazioni mafiose e gli ovvi interessi di chi cerca ogni occasione utile per ottenere illegalmente facili profitti, l’eolico è di gran lunga il settore economico meno condizionato da fenomeni criminali e d’illegalità in genere.>>

E mentre dell’eolico se ne parla spesso evidenziandone gli aspetti legati al malaffare -nonostante siano appunto limitati- di altri fenomeni di ben maggiore entità in termini di illeciti e di impatti davvero devastanti per il territorio, è difficile trovare denuncia sui quotidiani. E’ il caso delle cave, spiega Legambiente in cui si registrano 18 mila siti in Italia, tra attivi e abbandonati e una situazione devastante nel Mezzogiorno dove l’attività estrattiva è (questa sì) spesso nelle mani delle mafie, per cui non esiste una pianificazione e una normativa recente e la cui presenza non porta alcun beneficio al territorio a cui non viene versato neanche un centesimo ma viene altresì lasciata un’eredità fatta di enormi scavi e sfregi nel paesaggio.

Esempio analogo è la cementificazione del territorio, e in particolare quella abusiva con oltre 450mila abitazioni illegali costruite negli ultimi 15 anni.

<<Dunque – spiega Legambiente- rappresentare l’eolico come un’attività in mano alla mafia nel Mezzogiorno, sostenere che gli impianti beneficino di incentivi anche se sono fermi, che si sta rischiando di riempire l’Italia di migliaia di impianti per produrre pochissima energia elettrica significa offrire una rappresentazione falsa.>>

Mentre la fotografia che descrive il settore eolico in Italia <<restituisce un settore sano, fatto in stragrande maggioranza di imprese serie e di progetti che hanno trovato il consenso del territorio perché ben integrati nel paesaggio. I circa 5.200 MW installati in Italia si trovano in 297 Comuni, in pratica parliamo di una porzione di territorio molto limitata (il 3% dei comuni italiani).>>

Un settore che ha portato ad avere 25mila posti di lavoro e 4 milioni di famiglie che oggi usano elettricità prodotta dai mulini.

Insomma i numeri sembrano smentire le accuse circolate in questi mesi riguardo alla particolare permeabilità del settore eolico rispetto alla criminalità. Le ragioni del resto sono, per alcuni aspetti, strutturali: non è vero che si possa beneficiare di fondi europei o pubblici per la realizzazione degli impianti, così come non è vero che gli incentivi vengano erogati anche se le pale non girano. Da tempo in Italia gli incentivi vengono concessi solo per l’energia elettrica effettivamente prodotta e proprio per questo motivo le pale sono giocoforza realizzate in aree dove c’è vento altrimenti l’investimento che richiede la loro installazione sarebbe un totale fallimento che nessuno farebbe.

E poiché gli impianti eolici si possono realizzare laddove il vento soffia davvero, che non è ovunque, il futuro di questa fonte energetica sta nel concorrere insieme alle altre rinnovabili ad un complessivo processo di riconversione energetica.