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ENERGIE RINNOVABILI UNA STRETTA MIOPE

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Il Presidente di Confservizi Cispel Toscana interviene sul Decreto Rinnovabili

Fonte: Il Tirreno

Autore: Alfredo Di Girolamo*

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha ribadito a Bruxelles la necessità che i governi definiscano “una politica e un quadro normativo chiaro” nella promozione delle rinnovabili per favorire i finanziamenti anche di capitale privato. E’ un appello che dovrebbe essere fatto proprio dal governo italiano. Nella bozza dei decreti sugli incentivi per le energie rinnovabili che è stata messa a punto dal ministero per lo Sviluppo economico si prevede, infatti, una riduzione degli incentivi del 35% per il fotovoltaico. E le conseguenze non si sono fatte attendere. Oliver Schulte, presidente e amministratore delegato di Rwe Innogy Italia, filiale italiana della multinazionale tedesca delle rinnovabili, ha annunciato che, con ogni probabilità, di fronte all’ennesimo cambiamento della normativa, la sua azienda si vedrà costretta a spostare dall’Italia i propri investimenti. Si continua ad andare avanti con provvedimenti parziali, che destabilizzano un settore nel quale l’Italia è ormai una punta avanzata a livello internazionale, senza affrontare il nodo vero che è quello di varare una politica energetica nazionale che punta sulla diversificazione degli approvvigionamenti e sullo sviluppo delle energie rinnovabili in modo tale che la riduzione dei costi sulle imprese e le famiglie non avvenga a scapito dell’energia verde. Insomma si sta tirando una coperta corta, e invece si dovrebbe cambiare la coperta. In particolare la riduzione degli incentivi che aggrava lo stato di incertezza che le continue modifiche normative provocano sui programmi di chi investe nella green economy ha l’effetto di mettere in pericolo un business che, per esempio, in Toscana riguarda 26mila imprese, come ha detto il presidente della Regione Rossi. La questione dei costi dell’energia che riduce la competitività del sistema industriale e pesa sulle bollette delle famiglie richiede un approccio più ampio che investe prima di tutto le fonti di approvvigionamento. Il ministro Passera ha annunciato l’obiettivo di fare dell’Italia un vero e proprio hub del gas nel Mediterraneo con la costruzione di rigassificatori e la realizzazione dei super gasdotti Galsi dall’Algeria e South Stream dalla Russia. E’ da qui che si deve partire sulla base dell’esperienza fatta quest’anno per l’emergenza gelo che ha reso necessario chiudere impianti per garantire il gas alle famiglie.
Quando la stagione calda favorisce il forte calo dei consumi, bisogna cogliere l’opportunità per cambiare marcia e varare una strategia di lungo periodo. Effetti sulle tariffe, infatti, possono derivare da una riduzione del costo della materia prima (40 % della bolletta) o da una riduzione delle accise e delle tasse (35 % della bolletta). Diventa dunque urgente agire sugli approvvigionamenti. Solo una maggiore apertura e diversificazione delle fonti può produrre la tanto attesa riduzione del costo energetico. Intanto un intervento immediato sulla parte fiscale delle bollette (molto elevata) potrebbe alleviare i costi per famiglie ed imprese.
*presidente di Confservizi Cispel Toscana