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Energie rinnovabili subito dopo petrolio e gas

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E’ quanto emerge dal rapporto “Green economy per uscire dalle due crisi”realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’ENEA a supporto degli Stati Generali della Green Economy, che si sono tenuti recentemente in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

In Italia nel 2011 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il terzo settore di approvvigionamento energetico, dopo petrolio e gas, con oltre il 13% del consumo totale lordo facendo anche registrare l’incremento maggiore tra tutte le fonti, con un +7%. È quanto emerge dal rapporto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Enea su “Green economy per uscire dalle due crisi“.

Accanto ad un’industria manifatturiera di grandi tradizioni ed a produzioni agroalimentari di eccellenza -si legge nel rapporto- possiamo oggi vantare anche una crescita nel settore delle rinnovabili, dell’uso razionale dell’energia e del riciclo, grazie alla disponibilità di elevate capacità tecnologiche e professionali di alto livello“. “Siamo tuttavia –prosegue- un Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti ad importare gran parte dell’energia consumata. Per queste ragioni diventa prioritaria una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell’industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime”.

«Un lavoro prezioso che dovrà essere assunto dal Governo attuale quale documento base da consegnare al prossimo come riflessione sulle politiche economiche nazionali» ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, intervenuto alla presentazione fatta presso la sede dell’Enea, lo scorso 14 dicembre.

La prima parte del Rapporto fornisce un contributo di analisi e di approfondimento della Green Economy, sulla base delle elaborazioni dell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dell’Unione Europea e della Conferenza di Rio+20. Oltre all’analisi degli strumenti economici, viene posta una particolare attenzione al ruolo che riveste il patrimonio delle risorse culturali ed ambientali in Italia alla luce della Green Economy.

La seconda parte del Rapporto evidenzia sei settori strategici per lo sviluppo della Green Economy in Italia, che sono: l’ecoinnovazione; l’efficienza ed il risparmio energetico; le fonti energetiche rinnovabili; l’uso efficiente delle risorse, la prevenzione ed il riciclo dei rifiuti; le filiere agricole di qualità ecologica; la mobilità sostenibile. L’analisi di questi settori strategici, anche sulla base di confronti internazionali, evidenzia come una svolta economica in chiave green abbia rilevanti potenzialità di sviluppo proprio in Italia.

Riguardo alle energie rinnovabili, si legge nel rapporto che “la crescita maggiore è del fotovoltaico cresciuto di oltre cinque volte e mezzo rispetto al 2010 e con 9,3 GW installati nel 2011 ha reso l’Italia il primo mercato al mondo del fotovoltaico. L’Italia risulta anche il terzo paese dell’Ue per occupati nelle rinnovabili, dopo Germania e Francia, con 108.150 occupati. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2020 è stato anche stabilito un burden sharing fra le regioni italiane”.

La regione che dovrà generare più energia rinnovabile è la Lombardia con 2.905 ktep, seguita da Piemonte e Toscana. Se si compie un’analisi dei consumi di rinnovabili, le regioni da cui si attende il maggior consumo sono Marche e Sicilia”.