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Energia. Sussidi non legati alla potenza

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Conto alla rovescia sul decreto incentivi con tetto alla spesa

Fonte: Il Sole24ore

Autore: F.Re.

Non solo tagli proporzionali ma anche tetti di spesa complessiva per i nuovi incentivi all’elettricità generata coni pannelli fotovoltaici del "quarto conto energia" che il Governo si appresta (in ritardo) a varare.
«Ipotizziamo un tetto di spesa all’ammontare degli incentivi e non alla potenza installata» ha chiarito ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia partecipando ad un seminario sulla nuova frontiera dell’approvvigionamento energetico mondiale: lo "shale gas" ovvero il metano estratto con la tecnologia della fessurazione artificiale delle rocce argillose (per il quale sono stimate riserve che moltiplicano quelle ipotizzate con le estrazioni tradizionali).
La scadenza di fine mese imposta ad un decreto sui nuovi incentivi che deve entrare in vigore dall’inizio di giugno? Il «congruo anticipo» promesso dal Governo diventerà un mini-anticipo. «Si deve chiudere entro la prossima settimana» afferma Saglia, che promette il massimo impegno per «uscire da questa emergenza dettata da una quantità di domanda ingiustificata (di sovvenzioni sui pannelli installati, ndr) rispetto ai nostri programmi».
Saglia ribadisce comunque la linea tracciata dal ministro Paolo Romani: ci sarà «una fase di transizione per poi far entrare in vigore un modello tedesco». Che comunque si esaurirà, e con esso tutta la politica di incentivi, «nel 2oi7, quando prevediamo – precisa ora il sottosegretario – che non ci sarà più bisogno di contributi alle rinnovabili perché si sarà raggiunta la grid parity» ovvero la concorrenzialità degli impianti per l’energia solare al netto di ogni sovvenzione.
Si attende la reazione degli operatori del fotovoltaico, disponibili a trattare su una flessione progressiva dell’incentivo legato all’energia prodotta ma contrari a qualunque forma di tetto quantitativo sia alle installazioni sia alla quantità totale delle risorse da dedicare ai sussidi.
Ma a tenere banco, in queste ore, è anche la polemica sulla modalità del confronto. «Alcune delle associazioni, come il Gifi, stanno lavorando con noi. Altre, come Aper, fanno resistenza al coinvolgimento» aveva affermato ieri l’altro Romani. «Non ci risulta, ma prendiamo queste parole come un invito tardivo» replica Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future, che anche a nome delle altre organizzazioni più contestatarie (Assosolare, Aper e Ises) ribadisce le richieste della categoria: «Abolire gli effetti retroattivi per tutelare gli investimenti e i progetti già avviati, non intaccando la prospettiva di crescita del settore delle rinnovabili e di una filiera industriale nazionale. Ma senza rinunciare a garantire la sostenibilità finanziaria e il contenimento della spesa per incentivi entro una soglia prevedibile», e assicurando comunque «stabilità e certezza».
Aggiunge l’Aper: «Solo negli ultimi due mesi e mezzo possiamo contare almeno quattro lettere a firma del nostro presidente in cui l’associazione chiedeva un confronto con il ministro stesso. Lettere che ancora attendono una risposta».