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Energia dal sole, l’Asiu in campo con un mega progetto avanzato

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Allo studio, in collaborazione con l’Enea, la realizzazione di una centrale termodinamica L’impianto potrebbe sorgere nelle aree industriali da bonificare e restituire ad un uso produttivo

Fonte: Il Tirreno- Cronaca di Piombino

Autore: Giorgio Pasquinucci

Produrre energia dal sole utilizzando le più avanzate tecnologie disponibili. È quanto sta pensando di fare l’Asiu che, in collaborazione con l’Enea, ha in fase di studio un progetto di una centrale solare termodinamica da realizzare nell’area industriale da bonificare, tra gli impianti Tap e il mare. L’idea era già partita l’anno scorso durante il Festival dell’economia ecologia “Quanto basta”. Nel frattempo gli studi preliminari sono andati avanti. Ai tecnici dell’Enea è stato affidato dapprima il compito di valutare l’esposizione solare e la trasparenza, risultata nella media del centro-sud Italia, quindi un vero e proprio studio sulla fattibilità scientifica ed economico-finanziaria. L’impianto che Asiu ed Enea stanno studiando si avvale della tecnologia sperimentata dal premio Nobel Carlo Rubbia, che già ha trovato applicazione nel progetto Archimede realizzato in collaborazione con Enel a Priolo, in provincia di Siracusa. La sostanziale differenza rispetto al solare termodinamico tradizionale consiste nell’uso come fluido termovettore, che ha il compito di trasferire il calore “catturato” in grandi serbatoi per sfruttarne poi il vapore nelle turbine, sali fusi (nitrato di sodio e nitrato di potassio) anziché olio diatermico. Il solare termodinamico, grazie all’accumulo di calore, già permette di sfruttare gli impianti anche in assenza di sole o di notte. L’uso dei sali fusi ne accresce di gran lunga l’efficienza, consentendo di trasferire il calore ai serbatoi ad una temperatura fino a, 550 gradi. Lo studio Asiu-Enea prende in considerazione la possibilità di installare da 1 fino a 40 Mw, considerando in quest’ultimo caso la possibilità massima di utilizzo dei terreni che è di circa 200 ettari, che comprendono anche la discarica abusiva della Lucchini (circa 50 ettari) a suo tempo sequestrata dalla guardia di finanza. Il costo per ogni Mw installato è al momento rilevante, dai 5 ai 10 milioni di euro. Tuttavia c’è da considerare che, mentre il “Quinto conto energia” predisposto dal governo, elimina qualsiasi forma di contributo per gli impianti fotovoltaici a terra, incentiva il solare termodinamico con 28 centesimi ogni Kwh prodotto per 25 anni: cifra che sembra addirittura destinata a crescere. E’ realistico pensare che l’impianto dell’Asiu non possa superare una potenza installata di 20 Mw. Questo tuttavia consentirebbe di ridurre sensibilmente i costi di liberazione del terreno. A fare le bonifiche sarebbe la stessa Asiu, che ormai dispone dell’impianto per il trattamento delle scorie siderurgiche (una vera montagna che continua a crescere), che può consentire di recuperare circa il 20% di materiali ferrosi e di trasformare in conglomix (prodotto inerte brevettato dalla Tap) un altro 50-60%. Il resto, cioè la parte pericolosa dei rifiuti, continuerebbe ad andare in discarica. Per supplire alle eventuali carenze di insolazione, nelle giornate di particolare nuvolosità, l’Asiu sta studiando la possibilità di affiancare al solare termodinamico una centrale a biomasse a filiera corta. Il complesso del progetto (bonifiche, produzione e vendita del conglomix, energia alternativa dalle due fonti) è visto dall’Asiu come un progetto industriale d’insieme, capace di costituire un volano economico e di creare nuova occupazione. Si prevede infatti che possa dare impulso sia alle imprese metalmeccaniche locali, per la realizzazione del progetto e per la successiva manutenzione degli impianti, sia un sostegno all’agricoltura, che oltre a fornire alla centrale a biomasse stalci di potatura e altro, potrebbe poi usufruire di bietanolo, combustibile utilizzabile pae l’alimentazione dlle macchine agricole. Anche la gestione del patrimonio pubblico potrebbe trarne vantaggi, sfruttando, ad esempio, i residui vegetali ricavabili dalla manutenzione del sistema dei parchi della Val di Cornia. Un progetto certo molto ambizioso che, per diventare concreto, ha bisogno di consistenti risorse finanziarie, che potrebbero derivare da partneriati pubblici e privati.