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Enel e Rinnovabili: adagio con brio

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Proseguono, anche se in maniera più contenuta, gli investimenti nelle rinnovabili da parte di Enel, e si guarda con interesse al mercato delle rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Enel è sicuramente una realtà che, nel corso degli anni, si è adeguata con successo al mercato e al continuo cambiamento che questo ha imposto. Cambiamenti che hanno significato una vera e propria rivoluzione in termini di modi di pensare, e di approccio non solo basato sulla logica del profitto ma anche di una diversificazione che comprendesse anche un sostenibilità ambientale declinata in termini di efficienza e ricorso a fonti energetiche rinnovabili ed alternative ai combustibili fossili.

Solo la settimana scorsa l’amministratore delegato del gruppo, Francesco Starace, ha presentato a Londra la revisione del piano industriale del colosso energetico che ha riservato qualche sorpresa. Oltre ad annunciare una sostanziale fiducia negli investimenti sulle energie rinnovabili (quantificabili in 5,2 miliardi nel corso del prossimo triennio), Starace ha voluto soffermarsi sui concetti della “sharing economy”, ovvero nella possibilità di collegare tutti gli asset disponibili per ottimizzare e renderli maggiormente efficienti. Così, ad esempio, una rete dedicata alle energie rinnovabili (ad esempio solare fotovoltaico ed eolico, caratterizzate da una produzione “istantanea” e non schedulabile nel tempo) dovrebbe essere collegata a sistemi di energy storage (batterie, ad esempio) in modo da consentirne l’utilizzo differito nei momenti di maggiore richiesta eliminandone al contempo il rischio di dispersione o di non utilizzo.

Si tratta di un piano che, all’incirca, si attesta sui valori del precedente, anche se, leggiamo, “…gli investimenti nelle reti salgono del 26 per cento rispetto al vecchio piano a 5,8 miliardi dai 4,6 miliardi previsti in precedenza, quelli in rinnovabili scendono a 5,2 miliardi, in calo del 29 per cento dai 7,3 miliardi del precedente piano. Questo nonostante la prevista realizzazione di una capacità aggiuntiva di 6,7 gigawatt”.

Investimenti “rinnovabili” che potrebbero anche favorire la crescita delle economie dei Paesi in via di sviluppo. Le scelte legate alle energie rinnovabili rappresentano infatti -secondo l’Amministratore Delegato di Enel Green Power, Francesco Venturini- la soluzione ideale per favorire la crescita e lo sviluppo sostenibile.

“In questo settore” ha detto Venturini durante una sessione dedicata al tema dell’energia nel corso della seconda giornata del Forum MED, organizzato dal Ministero degli Esteri italiano e dell’Istituto di Studi Politici Internazionale (ISPI) “ quello che cercano gli investitori è in primo luogo la stabilità sociale e politica. È necessario trovare dei governi con una visione a lungo termine, perché parliamo di investimenti che hanno ritorni economici solo dopo 20 o 30 anni”.

Secondo l’AD di Enel Green Power proprio l’estrema adattiva e modulare degli impianti alimentati da fonti rinnovabili consente la ripartizione degli investimenti in più step successivi senza per questo pregiudicarne l’efficacia e l’efficienza. “Invece di costruire una singola centrale termica da 500 MW, per realizzare la quale sono comunque necessari tra i tre e i 10 anni” ha detto, “si possono creare più impianti più piccoli: questo, oltre a essere più rapido in termini di costruzione, rappresenta un beneficio anche per la distribuzione dell’energia in quei paesi dove le reti di trasmissione sono meno sviluppate e per la creazione di nuovi posti di lavoro”.