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E’ solo un eclissi solare

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I probabili criteri per gli incentivi all’energia solare

Fonte: Italia Oggi

Autore: Marino Longoni

Incentivi all’energia solare fino a che non sarà raggiunta la potenza installata di 2 gigawatt l’anno. Con l’ulteriore limite di un costo massimo dei sussidi che non potrà superare i 6/7 miliardi l’anno a regime. Questi i due perni essenziali dell’accordo che dovrebbe chiudere la crisi innescata dal decreto che ha bloccato tutte le agevolazioni per gli impianti in costruzione che non riusciranno ad allacciarsi alla rete elettrica entro il 31 maggio di quest’anno (che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 28 marzo). Un decreto che ha traumatizzato un intero settore economico, congelato progetti già avviati e messo m difficoltà centinaia di imprese, anche a causa della reazione delle banche, che hanno immediatamente ritirato gran parte dei finanziamenti.
È vero che le agevolazioni alla produzione di energia solare erano così appetibili che stavano attirando speculatori da tutto il mondo, spesso a tutto interessati fuorché ai temi dell’ ambiente. Ed è pure vero che negli ultimi anni il costo di produzione di un megawatt di energia solare è sceso da 8 a 4 mila euro per un impianto di grandi dimensioni (un po’ meno per i piccoli).
Ma l’intervento a gamba tesa del governo è stato davvero eccessivo, quasi a voler criminalizzare un intero comparto che ha avuto solo il torto di aderire a un sistema introdotto solo pochi mesi fa.
Ormai però la frittata è fatta e in qualche modo bisognerà rimediare. L’intenzione del governo è di arrivare nelle prossime ore a presentare le linee guida di un provvedimento che definirà le future agevolazioni per chi deciderà ancora (nonostante tutto!) di investire nel fotovoltaico. Per il testo definitivo ci vorrà ancora qualche settimana. L’intenzione è quella di fissare un tetto annuo di potenza massima installata (circa 2 megawatt) oltre il quale non ci sarebbero più agevolazioni. Con l’ulteriore limite dei 6/7miliardi annui a regime di costo delle agevolazioni che verrebbero pagate in bolletta dagli utilizzatori di energia elettrica. Naturalmente l’incentivo consistente nella possibilità di vendere per un certo numero di anni l’energia a un prezzo maggiorato rispetto a quello di mercato, tenderà a ridursi ogni anno per accompagnare la riduzione del costo di produzione dell’energia solare (che nel giro di 8/9 anni dovrebbe raggiungere quello dell’energia prodotta con sistemi tradizionali). In realtà era già previsto nel terzo decreto sul conto energia che i benefit diminuissero del 6% annuo. Anzi, si prevedeva che i grandi impianti nel 2012 sarebbero usciti dal meccanismo incentivante per entrare in un sistema di aste al ribasso, che avrebbe contenuto i costi  dell’incentivo. E anche in Germania si è concordato con le categorie economiche un percorso di diminuzione delle agevolazioni in ragione degli obiettivi che vengono raggiunti. Quindi il percorso in qualche modo è segnato. Difficile infatti che il governo decida di spostare sul nucleare tutte le risorse attualmente disponibili per il solare, come molti hanno temuto. Se quest’idea fosse balenata nelle stanze del ministero dell’economia, quello che è successo a Fukushima ha messo una pietra tombale sulla possibilità di installare in Italia anche una sola centrale.