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Conto termico o Ecobonus per le pompe di calore geotermiche?

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Da metà luglio il Conto Termico Energia è diventato pienamente operativo con l’attivazione sul sito del GSE della possibilità di depositare le richieste dirette di incentivo, ma ancora piovono polemiche sulla sua applicabilità e rimangono dubbi se sia più o meno competitivo rispetto all’Ecobonus

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Il Conto Termico è un meccanismo di incentivazione, istituito con il Decreto ministeriale 28/12/12, con lo scopo di promuovere interventi tesi a migliorare l’efficienza energetica degli edifici già esistentie laproduzione di energia da fonti rinnovabili.
Tra questi interventi rientrano anche le pompe di calore geotermiche ma, secondo Giampiero Colli -segretario Co.Aer, l’associazione di costruttori di apparecchiature ed impianti per la climatizzazione e pompe di calore-, questo non può essere sufficiente a sostenere il settore, tanto più se si considera che il meccanismo presenta evidenti criticità.
«Così com’è il Conto termico è inapplicabile -afferma Giampiero Colli- in quanto in termini di prestazioni è più oneroso del 55% ed è meno remunerativo. Per esempio, ipotizzando una pompa di calore da 10 kW –considerando una spesa di installazione di circa 8 mila euro– con l’incentivo al 65% l’utente otterrebbe 5.400 euro distribuiti in 10 anni, ovvero 540 euro all’anno; con il Conto Termico –che tra l’altro presenta tariffe variabili in base alle aree climatiche– otterrebbe invece un totale di 1.497 euro, pari a 749 euro annui ma per soli due anni. A conti fatti, non è proponibile».
«Credo –ha concluso Colli- che il Conto termico sarà certamente lo strumento del futuro, ma oggi ancora non funziona».
Così come riferisce Colli, per l’utente sono due oggi le possibilità di ottenere gli incentivi: il Conto Energia Termico e le detrazioni previste dall’Ecobonus.
Con l’Ecobonus il rimborso è più elevato (65%) ma spalmato in un arco di tempo più lungo, il Conto Energia Termico permette invece di avere un parziale rientro della spesa sostenuta (il 40%) ma al massimo entro due anni.
Il Conto Termico, è previsto per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi dotati di pompa di calore o di generatori di calore alimentati a biomasse, con potenza termica nominale complessiva superiore a 500 kW e fino a 1 MW.
L’intero Conto Termico, gestito dal GSE, mette a disposizione un fondo di 900 milioni annui (700 per i privati e il resto riservato alla Pubblica Amministrazione) per il sostegno economico dei piccoli interventi di miglioramento energetico degli immobili.
Per quanto riguarda le opere -che devono passare attraverso l’iscrizione al registro, aperto a luglio dal GSE- le risorse a disposizione sono di 7 milioni per la Pubblica Amministrazione e 23 per i privati: le domande dovevano essere trasmesse sul Portaltermico per via telematica entro il 1° agosto 2013.
Il rimborso sarà corrisposto fino all’esaurimento dei fondi, con una copertura massima che per la pubblica amministrazione è fino al 40% delle spese sostenute, compresa diagnosi e certificazione energetica. Per i privati, il rimborso per i lavori effettuati dipende dalla taglia del generatore installato, dall’efficienza in rapporto alla zona climatica in cui è inserito e da altri coefficienti.
Il Conto Termico può essere assegnato esclusivamente agli interventi che non accedono ad altri incentivi statali, fatti salvi i fondi di garanzia, i fondi di rotazione e i contributi in conto interesse eventualmente ottenuti.
A differenza di altri meccanismi, come la detrazione sull’imposta lorda del 50% e del 55% per chi ristruttura una casa esistente o per chi fa efficienza, il Conto Termico funziona in modo opposto. Non è infatti un recupero a posteriori, ma prevede un rimborso su conto corrente, da parte del GSE, di una parte delle spese sostenute, suddivisa in rate annuali costanti, da un minimo di due anni, fino a un massimo di cinque anni, a seconda del tipo di intervento.
Il meccanismo ricalca, in parte, quello del Conto Energia usato per il solare fotovoltaico, anche perché tende a premiare le soluzioni realmente produttive ed efficaci.
L’Ecobonus (che ha potenziato la detrazione del 55% già esistente prorogandola fino al 31 dicembre 2013) permette, invece, di avere uno sgravio fiscale sino al 65% ma spalmato nell’arco di 10 anni in altrettante quote di pari importo; per ottenerlo non sono richieste prestazioni energetiche da raggiungere ed è sostenuto da una burocrazia forse più leggera rispetto al Conto Termico.