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Campi Flegrei, è caccia alle aree di perforazioni

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«Stiamo cercando altre aree per le perforazioni dei Campi Flegrei. Altri siti idonei a perforazioni superficiali, per conoscere meglio le eruzioni passate dei Campi Flegrei e prevedere quelle future. Per conoscere a fondo il vulcano bisogna scendere anche in profondità. Il pozzo previsto nell´area di Bagnolifutura è ancora in attesa di un ok dal Comune proprietario dei terreni».

Fonte: La Repubblica, Napoli

Autore: La Repubblica, Napoli

I ricercatori dell´Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia sono a caccia di luoghi da trivellare per sondare il sottosuolo. Il progetto di ricerca che prevedeva pozzi fino a 3 chilometri e mezzo di profondità e che ha suscitato le reazioni di alcuni studiosi e le paure dei cittadini non è stato abbandonato. Ma perché questa pausa nell´attesa di una risposta del Comune non diventi una battuta d´arresto la ricerca continua puntando su altri siti per una serie di sondaggi superficiali.

«Le notizie recenti sulla giovane età dei Campi Flegrei (e dunque su una loro più imminente pericolosità) non sono una novità per il mondo scientifico – afferma il direttore dell´Osservatorio vesuviano, Marcello Martini – Abbiamo pubblicato ricerche in tal senso già da tempo». «Eppure – aggiunge il ricercatore Mauro Di Vito – non sappiamo tutto di questa caldera. Molte informazioni sono ancora nascoste, fisicamente sepolte sotto i terreni più recenti. Queste indagini oltre a migliorare le conoscenze sullo stato del vulcano sono fondamentali per la sua sorveglianza e per chi deve predisporre i piani di emergenza».

«L´esperimento Campi Flegrei deep drilling project è finanziato – spiega uno dei suoi responsabili, Giuseppe De Natale – da organismi pubblici internazionali tra i quali l´Icdp (il prestigioso Consorzio mondiale per le perforazioni scientifiche, lo stesso della perforazione sulla faglia di San Andreas che ha rappresentato il più grande passo avanti della sismologia negli ultimi decenni). Prevede due pozzi nell´area di Bagnolifutura, uno superficiale (500 metri) ed uno profondo (3500 metri) per l´installazione di sistemi altamente innovativi in fibre ottiche per rilevare anche i più piccoli terremoti e deformazioni oggi non rilevabili. In ottobre ci accingevamo ad iniziare la perforazione quando una campagna di stampa fuorviante ha spinto il sindaco Iervolino allo stop momentaneo. Ma lo ribadisco: i rischi per la popolazione residente sono assolutamente e dimostrabilmente nulli: non a caso nell´area flegrea ci sono un centinaio di pozzi, perforati con tecnologie oggi obsolete a partire dagli anni ´40 e fino ad oltre 3 km di profondità, senza che siano mai accaduti incidenti».