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Blu Mountain: il nuovo progetto per lo sfruttamento geotermico in Nevada

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In Europa si attiva la discussione sulle potenzialità della geotermia e in Usa si finanziano i progetti per accrescere la quota di energia rinnovabile prodotta con questa fonte.

Fonte: Geotermia News.it

Autore: Redazione

Lo scenario europeo posto dall’Ue prevede di arrivare a coprire il 20% del fabbisogno di elettricità con le rinnovabili nel 2020 e il 45-50% nel 2030.

Indicazioni riprese recentemente da Edo Ronchi in un convegno della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che presiede, assieme all’Anev e che declinate « secondo un possibile scenario tecnico, significherebbero per l’ Italia nel 2030 una produzione di 167 Twh di elettricità da fonte rinnovabile (il 45%) così ripartita: 29 Twh dal solare, 49 Twh dall’ eolico, 45 Twh dalle biomasse, 49Twh dall’idroelettrico e 14 Twh dal geotermico.>>

Ronchi ha anche segnalato che sarebbe necessario avviare subito nel nostro paese una discussione per mettere in campo questo scenario al 2030, come già stanno facendo la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. <<Una discussione necessaria- ha sottolineato Ronchi- perché nel settore dell’ energia un orizzonte decennale è insufficiente».

L’Italia ha intanto preparato la bozza del piano di azione nazionale per raggiungere l’obiettivo del 17% del consumo finale di energia al 2020 con fonti rinnovabili, così come previsto dai target europei. Un piano che dovrà essere consegnato alla Commissione di Bruxelles entro fine giugno e che, una volta approvato, darà seguito al lavoro di condivisione con le regioni per ripartire gli obiettivi e gli impegni, individuando i burden sharing. E mentre in Italia e in Europa si discute come mettere a segno le strategie per raggiungere gli obiettivi è dagli Usa che arrivano segnali concreti per rendere operativi alcuni progetti di particolare rilevanza nel settore delle rinnovabili, in particolare nella geotermia.

E’ di pochi giorni fa la notizia che il Dipartimento per l’energia (Doe) degli Usa ha deciso di erogare prestiti garantiti per permettere la realizzazione di ulteriori progetti che riguardano lo sfruttamento geotermico. Il finanziamento è stato annunciato dal segretario all’Energia Steven Chu che, sfruttando le potenzialità del Recovery Act Funds e attraverso la John Hancock Financial Services, si è impegnato a fornire un prestito da 98,5 milioni di dollari a favore della Nevada Geothermal Power Company per la realizzazione di un progetto da 49,5 MW nella parte settentrionale del Nevada, definita dal senatore Harry Reid: <<l’Arabia Saudita dell’energia geotermica.>>.

In Nevada sono già attivi due impianti a ciclo binario, Stillwater e Salt Wells, realizzati da Enel Green Power ed inaugurati lo scorso anno, che hanno una capacità installata complessiva di 65 Megawatt lordi (MW).

Il nuovo progetto si chiama Blue Mountain e consiste nello sfruttamento di un campo geotermico per la produzione di energia elettrica, anche in questo caso a ciclo binario, ovvero una tecnologia che utilizza due fluidi, l’acqua calda che viene estratta dal sottosuolo e un fluido conservato in un circuito chiuso che viene rapidamente scaldato e portato in condizioni di altissime pressioni e temperature tali da attivare le turbine, producendo quindi corrente elettrica. L’acqua torna poi nel sottosuolo e il liquido che è stato scaldato rimane all’interno del suo circuito chiuso, senza determinare impatti negativi sulle risorse del territorio.