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Biogas: l’Italia è terzo produttore al mondo dopo Germania e Cina

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Il 12 e 13 febbraio, produttori, ricercatori scientifici e istituzioni si incontreranno a Biogas Italy, nella prima edizione degli Stati generali del settore.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Circa 1.300 impianti per una potenza installata di 1.000 MWe; una produzione di 7.400 GWh di energia elettrica che nel 2013 copriva già il 10% di quella ottenuta da fonti rinnovabili. E ancora: investimenti per 4,5 miliardi, negli ultimi 5 anni, che hanno creato 12.000 nuovi posti di lavoro stabili e altamente qualificati. A rappresentare questa filiera troviamo il CIB, Consorzio Italiano Biogas, 500 imprese agricole iscritte, la più importante associazione di rappresentanza della sola filiera agricola, senza includere la FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), ovvero il materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell’organico (altrimenti detto umido). Piero Gattoni, che presiede il Consorzio da quattro anni, ha rilasciato una lunga e interessante intervista al quotidiano La Stampa, di cui riportiamo un breve riassunto.

Secondo le analisi di scenario tracciate da Althesys, il biogas agricolo andrà incontro a un processo di consolidamento. Entro il 2030 in Italia dovrebbero contarsi circa 2.300 impianti e la potenza elettrica installata dovrebbe raddoppiare grazie anche allo sviluppo del biometano. Il biogas è tra le fonti rinnovabili con le maggiori ricadute occupazionali e Il 75% dei player della filiera è italiano.

Grazie al biogas l’azienda agricola può chiudere il suo ciclo produttivo. L’agricoltore può produrre energia, fertilizzanti naturali e, in un futuro molto ravvicinato, biometano, valorizzando i residui della propria produzione tradizionale. Oggi le aziende sono messe in difficoltà dall’aumento dei costi di fertilizzanti e carburanti per le trattrici. Il biogas sostiene il reddito delle imprese agricole, in un momento di crisi economica, in modo da consentire loro di continuare a produrre cibo abbattendone al contempo l’impatto ambientale.

Per quanto riguarda la produzione del biometano, l’ecocarburante ottenuto dal biogas, la questione risulta più complessa. Se è vero che già dalla fine del 2013 un decreto interministeriale ne autorizzava appunto la produzione, è anche vero che tutta la questione risulta ancora in standby a causa della mancanza dei regolamenti tecnici di attuazione che, purtuttavia, dovrebbero essere ormai imminenti.

Intanto il biometano è stato inserito con decreto dal Mise (Ministero Sviluppo Economico) tra i carburanti avanzati, quelli che non competono con le produzioni alimentari. Il decreto ha riservato loro una quota d’obbligo di immissione in consumo dell’1,2% al 2018 e del 2% al 2020. Il biometano, l’unico biocarburante al 100% made in Italy, potrebbe garantire 650 milioni di metri cubi (Nmc) già al 2020.

Di questo e altro si parlerà a Rimini Fiera, il 12 e 13 febbraio, dove produttori, ricercatori scientifici e istituzioni si incontreranno a Biogas Italy, nella prima edizione degli Stati generali del settore.