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Geotermia, Energia, Europa: La supply chain della geotermia spiegata dalla Commissione europea

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Il Centro Comune di Ricerca UE ha elaborato un documento che ripercorre la catena d’approvvigionamento nel settore

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Il Joint Research Centre della Commissione UE ha pubblicato il rapporto “Supply chain of renewable energy technologies in Europe – An analysis for wind, geothermal and ocean energy”, all’interno del quale il JRC indaga – come riporta il Consiglio europeo per l’energia geotermica (EGEC) – sui vari “anelli” della catena d’approvvigionamento (supply chain) dell’industria geotermica continentale.

Nel focus dedicato alla produzione di energia elettrica da geotermia, il rapporto osserva come centrali geotermoelettriche siano ad oggi presenti in 8 Paesi del continente europeo, 6 dei quali facenti parte dell’UE; i maggiori incrementi in termini di potenza installata negli ultimi anni sono stati registrati in Turchia, dove si è concretizzata una crescita da 220 a 870 MW tra il 2012 e la fine del 2016.

In ogni caso, ad oggi la geotermia europea risulta ancora dominata – con il 65% della potenza installata – da tecnologie tradizionali (dry steam/flash), sebbene la maggior parte della potenza installata di recente afferisca a centrali binarie.

Per quanto riguarda in particolare la supply chain, secondo i dati contenuti nel report JRC «il mercato globale dell’energia geotermica è dominato da quattro importanti produttori (Toshiba, Mitsubishi, Ormat, Fuji) che rappresentano circa l’80% della capacità installata», mentre in Europa, è Ansaldo-Tosi a guidare il mercato «con circa il 30% della capacità installata», insieme ad altre realtà di spicco come «Mitsubishi-Turboden, Fuji, Ormat e GE/Nuovo Pignone».

Con un maggior livello di dettaglio, JRC documenta che – dal 2012 in poi – i principali fornitori di turbine per il mercato geotermico «sono Ormat (quota di mercato del 34%), seguita da Exergy e Atlas Copco (con rispettivamente il 22% e il 19%)», e sempre Ormat (Usa) insieme a Turboden (Italia) ed Exergy (Italia) hanno «un forte posizione nei mercati binario-ORC in termini di capacità installata totale»; nell’ambito delle tecnologie tradizionali (dry steam/flash) il mercato è invece dominato dai tre principali attori giapponesi (Mitsubishi, Toshiba, Fuji), seguite dalle italiane Ansaldo e General Electric/Nuovo Pignone.

Infine, il JRC si sofferma sulla supply chain nel segmento «fornitori di pompe, valvole e sistemi di controllo» da una parte e su quello degli «scambiatori di calore» dall’altra. Nel primo caso a dominare il mercato risultano essere «Schlumberger, Baker & Hughes, GE, ITT/Goulds, Halliburton, Weatherford International, Flowserve (Stati Uniti), Canadian ESP (Canada), Borets (Russia)»; nel secondo, come principali fornitori emergono «Alfa Laval (Svezia), Danfoss (Danimarca), Kelvion Holdings (Germania), SPX Corporation (Stati Uniti), Xylem (Stati Uniti), Hamon & Cie, Modine Manufacturing Company (Stati Uniti), SWEP International (Danimarca)».