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Geotermia e teleriscaldamento: l’esempio di Ferrara

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Una trattazione sul teleriscaldamento di Ferrara

Fonte: EcoEdility.it

Autore: Domenico D’Olimpio

Tra il 1956 ed il 1960, nell’ambito di una campagna di sondaggi effettuati nella pianura Padana e rivolti all’individuazione di nuovi giacimenti di idrocarburi, in località Casaglia, nei pressi di Ferrara, venne scoperto un bacino sotterraneo di acqua calda giacente mediamente ad una profondità di circa 2000 metri, caratterizzato da una temperatura prossima ai 100°C. Ragioni tecnico-economiche legate ad una eccessiva sperequazione, in termini negativi, del rapporto costi-benefici, impedirono una immediata utilizzazione della risorsa geotermica. Fu solo agli inizi degli anni ’80 che fu elaborato uno specifico progetto, proposto dalla Joint Venture AGIP-ENEL, successivamente tradotto in una proposta tecnico-economica destinata al Comune di Ferrara: nasceva il “Progetto Geotermia” finalizzato all’utilizzazione del bacino geotermico di Casaglia nell’ambito del riscaldamento degli edifici e per il fabbisogno energetico di una importante parte dell’area urbana.
Interessante è la modalità di prelievo del flusso termico, che avviene senza sottrarre l’acqua dal sottosuolo e quindi senza determinare un impatto ambientale negativo con le stesse caratteristiche geologiche del sito in oggetto: l’acqua calda, prelevata ad una temperatura di circa 100°C attraverso due specifici pozzi di prelievo viene portata in superfici dalla profondità di circa 1100 metri, successivamente, ceduta l’energia termica al fluido della rete di TLR grazie all’ausilio di specifici scambiatori di calore che determinano una temperatura di mandata di circa 90-95°C, l’acqua prelevata viene re-iniettata nel sottosuolo tramite un pozzo di immissione, andando quindi a risarcire la falda ed il bacino geotermico. Tale modalità di prelievo termico va ad alimentare una rete di TLR che si sviluppa per circa 30 Km e rappresenta la tecnologia di distribuzione dell’energia termica di un sistema energetico integrato che prevede l’interazione sinergica di differenti tecnologie e modalità di produzione energetica. Il sistema, gestito dalla HERA S.P.A., consente di soddisfare ed inseguire, con ottimi risultati, la domanda variabile di energia termica in ambito urbano.

Il sistema energetico integrato che fa riferimento alla rete di teleriscaldamento quale rete e tecnologia di distribuzione dell’energia termica è costituito complessivamente da:

– Una sorgente geotermica con relativa centrale, che copre quasi il 60% del fabbisogno termico complessivo della rete;

– Una ulteriore sorgente di energia rinnovabile costituita da un termovalorizzatore RSU con potenzialità di circa 140.000 tons/anno;

– Una sorgente energetica tradizionale costituita da una centrale integrativa a metano;

– Una centrale di pompaggio in cui confluiscono i tre vettori di energia sopra elencati e da cui si distribuisce l’acqua calda verso la rete cittadina (fino a 3000 m3/h);

– Quattro serbatoi di accumulo da 1000 mc, due per l’acqua calda e due per l’acqua fredda, ubicati presso la centrale e concepiti come veri e propri volumi di espansione;

– Una centrale termica (ubicata presso l’ospedale S. Anna) realizzata per far fronte alle richieste energetiche di punta ed alle esigenze di bilanciamento idraulico della rete di distribuzione;

– Una rete di distribuzione per teleriscaldamento, sviluppata prevalentemente ad albero ed estesa per gran parte dell’ambito urbano di Ferrara, comprendente sottostazioni con gli scambiatori negli edifici.

Tale sistema costituisce un esempio di una moderna concezione tecnologica della problematica energetica alla scala urbana, un esempio fondato sull’integrazione di differenti tecnologie finalizzate alla definizione di un sistema di produzione energetica assolutamente congruente con la variabilità della richiesta di energia termica in ambito urbano, preposto a coprire anche i “picchi” di richiesta di rilevante importanza quantitativa e basato in misura prevalente sull’utilizzazione delle fonti energetiche rinnovabili.

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