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Geotermia: Confidustria Toscana: «In Toscana abbiamo la geotermia, decidiamo cosa vogliamo farci»

Il neo presidente della Confindustria regionale punta sulle rinnovabili per contenere l’aumento dei costi energetici che grava sulle imprese

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Il neo presidente della Confindustria regionale punta sulle rinnovabili per contenere l’aumento dei costi energetici che grava sulle imprese


Il Consiglio di presidenza di Confindustria Toscana ha eletto all’unanimità a Firenze, nei giorni scorsi, Maurizio Bigazzi come nuovo Presidente di Confindustria Toscana: sarà lui a guidare le imprese manifatturiere e di servizi attive sul territorio regionale, che oggi si trovano a far fronte a forti rincari sul fronte delle materie prime e dell’energia in particolare.

«Che si tolgano dalle bollette tutte le voci accessorie e si usino di più le energie alternative. Noi abbiamo la geotermia, decidiamo cosa vogliamo farci», ha dichiarato Bigazzi durante la cerimonia d’insediamento.

Come del resto spiegato direttamente dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’attuale incremento dei prezzi energetici pagati dai consumatori (cittadini, imprese, Pubbliche Amministrazioni) è ascrivibile principalmente a un aumento dei prezzi delle fonti fossili, il gas naturale in primis: «È vero che negli ultimi mesi si è assistito a un incremento sensibile anche del prezzo della CO2 – raddoppiato rispetto al 2020 e al 2019 e triplicato rispetto al 2018 – ma tale incremento ha avuto un minor impatto sul costo di generazione elettrica a gas di quanto non l’abbia avuto l’aumento del prezzo del gas, che si può stimare abbia inciso per oltre l’80% dell’aumento».

Nel medio periodo, la soluzione per contenere il prezzo delle bollette è dunque quella di valorizzare le energie rinnovabili disponibili sui singoli territori, e nel caso toscano questo significa in primis geotermia, come del resto già messo in evidenza dalla Confindustria Toscana in occasione delle ultime elezioni regionali.

Nel rapporto elaborato per l’occasione insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, si sottolinea infatti che «nella transizione energetica la Toscana deve da un lato far leva sui suoi punti di forza (come la geotermia estendendone le potenzialità alle basse entalpie), e dall’altro sfruttare le opportunità della generazione distribuita per caratterizzarsi, anche nel settore agroalimentare, come un’economia carbon neutral».