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Cosa sono le emissioni sostitutive? 20 anni di studi sulla geotermia toscana carbon free

I risultati del progetto Deep Carbon, illustrati dalla comunità scientifica riunita a Larderello, aprono un nuovo capitolo per l’impiego sostenibile di questa fonte rinnovabile

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I risultati del progetto Deep Carbon, illustrati dalla comunità scientifica riunita a Larderello, aprono un nuovo capitolo per l’impiego sostenibile di questa fonte rinnovabile


Il concetto delle emissioni sostitutive – protagonista del workshop scientifico organizzato da Enel a Larderello il 13 dicembre – è stato introdotto per la prima volta in geotermia venti anni fa, grazie ad uno studio scientifico a prima firma di Ruggero Bertani, basandosi sull’ipotesi che le emissioni di CO2 dal suolo che caratterizzano le aree dove sono presenti gradienti termici elevati arrivino naturalmente dal sottosuolo verso la superficie.

Piantato questo primo seme, il filone di ricerca scientifico in quest’ambito è maturato fino ad arrivare al progetto Deep Carbon che ha messo insieme gli esperti Enel – ovvero il gestore di tutte le centrali geotermoelettriche attive in Toscana – con ricercatori di eccellenze accademiche come CNR, Università di Pisa, Politecnico di Milano, Università “La Sapienza” di Roma e Rina consulting. Arrivando, a valle di venti anni di studi, a un punto di svolta.

I ricercatori di Deep Carbon hanno infatti collaborato per raccogliere i dati direttamente sui territori geotermici toscani, tramite apposite campagne di rilevamento e successive analisi, dimostrando che nella Toscana dal cuore caldo le emissioni di gas serra (CO2 e CH4) non aumentano in relazione all’attività geotermica ma restano costanti ripartendosi tra emissioni naturali ed emissioni dagli impianti geotermici, che sostituiscono quelle che diminuiscono per via naturale.

Non solo: oggi i fluidi geotermici in uscita dalle 34 centrali toscane sono filtrati dagli impianti AMIS (Abbattimento Mercurio Idrogeno Solforato, ndr).

Quindi, sia nell’area tradizionale di Larderello sia in Amiata, e dunque in tutti i Comuni geotermici presenti nelle Province di Pisa, Siena e Grosseto, le emissioni degli impianti sono molto ridotte rispetto a quelle che avverrebbero naturalmente.

Grazie a questi studi oggi sappiamo che la geotermia toscana, quindi, è una risorsa rinnovabile e a zero emissioni di gas serra, il cui sviluppo sostenibile può contribuire al contenimento delle emissioni climalteranti e alla transizione ecologica, a maggior ragione se si considera che la geotermia rappresenta una ricchezza anche dal punto di vista termico per l’utilizzo del calore che fornisce riscaldamento ed acqua calda a case, esercizi commerciali, aziende artigianali ed agricole.