Il progetto Toscana Ovunque Bella –realizzato dalla Regione Toscana, insieme a Toscana Promozione Turistica e a Fondazione Sistema Toscana, col supporto di ANCI– nasce affinché i 271 comuni toscani trovino uno spazio comune sul web dove raccontarsi, utilizzando un linguaggio nuovo, ancora sconosciuto nell’ambito della promozione turistica. «Come presidente della Regione fa parte del mio mandato girare la Toscana -ha spiegato Enrico Rossi- e spesso mi è capitato di osservare i paesaggi e i borghi e di scavare nelle loro storie. Da qui l’idea di un progetto che possa raccogliere tutto questo. Abbiamo chiesto ai comuni di partecipare a questa iniziativa, che costa poco e restituirà molto. In Toscana, non dimentichiamolo, tra il 7 e il 12 per cento del PIL e’ rappresentato dal turismo, una quota importante che ha retto anche in anni difficili. Anzi in qualche modo siamo andati in controtendenza rispetto ai dati nazionali. La nostra sfida però è portare il turismo in tutta la Toscana, non solo nelle grandi città d’arte».
Ed ecco che già tra i primissimi comuni rappresentati in Toscana Ovunque Bella spiccano due rappresentanti di quella Toscana “dal cuore caldo”, quell’area geotermica definita “tradizionale” (per distinguerla dall’altra importante area geotermica toscana, ovvero quella del Monte Amiata) in cui la geotermia porta non solo energia e calore, ma anche 60mila visitatori (questa la cifra dell’ultimo anno): Pomarance e Montieri.
«Disposti sulle gradinate di un immaginario anfiteatro, Pomarance, i suoi sette borghi medievali (Libbiano, Micciano, Serrazzano, Lustignano, San Dalmazio, Montegemoli, Montecerboli, ndr) e Larderello, capitale mondiale della geotermia, sono unici –si legge nel portale- così come caratteristico è il loro rapporto con la Terra, una terra “diabolica”, si narra, ma soprattutto fumante», non a caso nota come Valle del Diavolo. Qui, con il «il Museo della geotermia di Larderello, l’urlo di un vecchio pozzo ci mette in contatto con le viscere della terra, Terra che qui manifesta la propria anima: generosa nel comunicare con l’uomo». Ma a Pomarance insieme all’inferno c’è anche un pezzo di paradiso: «Dall’alto della Rocca Sillana, nel Comune di Pomarance si vede tutta la vallata – scriveva l’astrofisica Margherita Hack – È il tramonto e il cielo si tinge di rosa. Sembra davvero di vedere l’anima della Terra dall’alto della sfera delle stelle fisse».
Non è da meno Montieri, una terra selvaggia dalla storia gloriosa con un presente che guarda alla green economy. Qui, a nella frazione di Travale, è stata redatta quella Carta (oggi custodita nell’archivio della Diocesi di Volterra) del 1158 in cui viene riportata una tra le prime testimonianze nella lingua volgare, embrione dell’italiano sbocciato poi con Dante. Ma le radici di Montieri sono ancora più profonde: «Al centro di un bosco sorge un complesso vecchio più di mille anni. Luogo misterioso e pieno di fascino. È in queste selve che è immerso il Comune di Montieri, dove sono nascosti i resti di una chiesa dalla pianta a forma di fiore a sei petali. Unica al mondo. L’intero complesso – un tempo legato all’estrazione dei metalli – era insieme luogo di culto e roccaforte politica. Il sito, ancor oggi al centro di indagini storico-archeologiche, non smette di rivelare misteri e meraviglie, tra cui spicca la Fibula di Montieri, gioiello unico e preziosissimo rinvenuto proprio qui». Dalle viscere di Montieri, ancora oggi continuano a essere estratti tesori. I boschi di Montieri – inseriti nel Tuscan Mining Geopark Unesco – sono tra tutti quelli che vantano il più alto tasso di geodiversità, e grazie all’energia geotermica Montieri è interamente riscaldata dal vapore naturale, utilizzato anche all’interno delle serre per la produzione floro-vivaistica.