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Sotto Bagnoli un mare di energia

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Nel 2011 sarà realizzato un tunnel di 4 Km per sfruttare il magma dei Campi flegrei

Fonte: Il Denaro.it

Autore: Antonio La Palma

Come ricavare energia dal magma. Lo si studierà nell’area ex Ilva di Bagnoli, dove sarà scavato un enorme pozzo lungo circa 4 chilometri con una pendenza di 25 gradi verso il mare, per tenere sotto osservazione il magma superficiale dei Campi Flegrei. Il progetto, presentato ieri, è dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il pozzo permetterà di studiare l’attività vulcanica e di effettuare esperimenti per produrre energia. Il progetto si chiama ”Campi Flegrei Deep Drilling Project: dal rischio vulcanico all’energia sostenibile” ed è il secondo al mondo nel suo genere: il primo è stato realizzato in Islanda.

I ricercatori napoletani effettueranno un primo foro "pilota" nell’area dell’ex acciaieria di 500 metri per poi procedere nel 2011 con un’altra perforazione che arriverà in mezzo al mare, nel golfo davanti al quartiere di Bagnoli, fino a 4 chilometri di distanza dalla costa.
"Il secondo pozzo – spiegano i responsabili del progetto, Giuseppe De Natale e Claudia Troise – studierà la struttura vulcanica dei Campi flegrei, unica al mondo nel suo genere. La trivella attraverserà il sistema acquifero e poi incontrerà acqua allo stato non liquido. Questo ci permetterà di capire il sistema geotermico dell’area, il bradisismo e soprattutto sapremo con precisione a che profondità si trova il magma più superficiale".
Gli esperimenti saranno condotti dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Napoli, ma i dati raccolti saranno inviati e studiati da alcune università e centri di ricerca di tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Inghilterra, dalla Svizzera alla Germania.
I rilevamenti anche sismografici saranno messi in rete e potranno essere visibili a tutti anche attraverso internet.
"La trivella che utilizzeremo – spiega De Natale – è stata costruita in Germania proprio per raggiungere queste grandi profondita’ e per resistere al calore: si calcola che dopo 4 chilometri di scavo si possano raggiungere i 600 gradi di temperatura”.
Il pozzo inoltre permetterà di studiare l’energia magmatica e di effettuare esperimenti sul suo utilizzo come fonte di energia sostenibile utilizzabile dall’uomo.
Obiettivo: comprendere come funzionano i meccanismi di relazione tra acqua e magma, che nei secoli hanno generato il cambiamento del livello del suolo rispetto a quello del mare, ossia il fenomeno del bradisismo.
I ricercatori cercheranno anche di individuare la massima concentrazione di magma per anticipare eventuali terremoti ed eruzioni.
L’area dei Campi Flegrei potrebbe essere la prima in cui si sperimentera’ la geotermia del futuro.
Già nel primo pozzo pilota, in programma tra poco piu’ di un mese, saranno effettuati esperimenti tra cui l’installazione di sensori innovativi in fibre ottiche per il monitoraggio delle deformazioni e delle variazioni di temperatura.
Il progetto vede la cooperazione con Ingv di enti italiani e internazionali, di Amra, centro di Competenza regionale nel settore dell’Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale, Ino-Cnr e Bagnolifutura.