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Rispetto al potenziale naturale la geotermia a bassa e media entalpia è ancora poco utilizzata

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Antonio Martini, Direttore del Ministero dello Sviluppo: «E’ necessario definire una strategia organica di espansione della geotermia per raggiungere e superare quel contributo del 3% dei fabbisogni al 2020 previsto»

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Al Convegno organizzato lo scorso 2 novembre dal Dipartimento Terra e Ambiente del CNR per presentare il progetto VIGOR sono emersi interessanti scenari sullo sviluppo della geotermia nel nostro paese.

Il progetto Vigor è indirizzato alla valutazione del potenziale geotermico nelle Regioni Convergenza con l’obiettivo di giungere alla realizzazione di interventi innovativi nell’utilizzo della fonte geotermica ed è all’interno del Programma Operativo Interregionale (POI) “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007-2013”, finanziato con le risorse della politica regionale comunitaria.

«Il potenziale naturale geotermico a bassa e media entalpia –ha spiegato Simonetta Piezzo Dirigente della Divisione del Ministero dello Sviluppo Economico che si occupa specificamente di energie rinnovabili, efficienza e risparmio energetico, sviluppo sostenibile- è ampiamente riscontrabile nel territorio di tutte le Regioni Convergenza e consente applicazioni ed utilizzi di tipo diffusivo» con ricadute importanti sia in termini tecnologici che economici.

«La ricaduta sul tessuto imprenditoriale -ha continuato la Piezzo- può avere effetti ampi ed estesi, per la possibilità di replicare i progetti in maniera massiccia, data la disponibilità diffusa del potenziale naturale e tecnologico, che comporta vantaggi in termini di creazione di un mercato dedicato, di sviluppo di imprese e di incremento dell’occupazione».

Inoltre la geotermia a media e bassa entalpia «E’ attivabile in tempi rapidi, rispetto ai tempi e alle difficoltà di realizzazione di progetti ad alta entalpia, a partire dagli usi individuali e privati fino alle realtà industriali più estese».

Il dirigente del Ministero ha però sottolineato che nella fase di preparazione del POI 2007-2013 l’analisi della situazione del settore della geotermia evidenziava che gli “investimenti realizzati erano significativamente inferiori rispetto alle potenzialità naturali ed alle opportunità di sviluppo, anche alla luce dell’aumento nella convenienza dell’energia prodotta da questa fonte”.

Pertanto, ha spiegato Simonetta Piezzo, si è deciso di ampliare l’ambito di intervento dell’attività della geotermia operando una modifica di Programma e la linea di attività 1.4 “Interventi sperimentali di geotermia ad alta entalpia” è stata ridefinita in “Interventi Innovativi di utilizzo della fonte geotermica”, con la possibilità di estendere le attività connesse anche alla media e bassa entalpia.

Simonetta Piezzo ha poi indicato quali sono i punti di forza, le criticità e le opportunità riguardo alla geotermia, in particolare nel POI.

Tra i primi senza dubbio vi è l’elevata disponibilità naturale di risorsa potenzialmente utilizzabile nelle Regioni Convergenza, oltre ad una tradizione consolidata e un solido know how dell’industria nazionale nel settore delle prospezioni e dell’utilizzo della geotermia a fini energetici, nell’ambito del sistema imprenditoriale e della ricerca nazionali.

Quello che però ancora sussiste è la mancanza di informazioni e di conoscenze omogenee riguardo ai siti idonei all’installazione di impianti in relazione alla programmazione, al riassetto normativo ed alla valorizzazione delle potenzialità di sviluppo.

Uno sviluppo che potrebbe offrire anche l’opportunità di una continua evoluzione dello scenario tecnologico; della possibilità di sinergie e complementarietà a livello regionale, nella condivisione di esperienze, definizione di best practices e per la valorizzazione delle risorse disponibili e del territorio.

Riguardo alla carenza del sistema informativo il Direttore dell’Ufficio Nazionale Minerario Idrocarburi e Georisorse (UNMIG) del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonio Martini, ha ricordato nel suo intervento che è stato costituito ed opera un tavolo tecnico di coordinamento con le regioni presso la Direzione Generale per le risorse minerari ed energetiche, per consentire la regolazione del flusso bidirezionale di informazioni sulla materia. Inoltre, con specifici atti convenzionali è stato attivato il supporto del CNR e dell’ENEA, al fine di implementare una prima fase di aggiornamento dell’inventario delle risorse geotermiche, già realizzato nella prima metà degli anni ’90.

«Il Tavolo –ha detto Martini- permette anche specifiche azioni di coordinamento ed armonizzazione che sono richieste dalle stesse regioni per dare piena attuazione alle novità procedurali introdotte con il D.lgs. 22/2010 e riferite proprio agli aspetti sulle opportunità offerte dalla valorizzazione delle risorse a bassa e bassissima entalpia in modo diffuso»

Martini ha, inoltre, evidenziato che in conseguenza al riassetto normativo che ha permesso la liberalizzazione del mercato delle prospezioni e dello sfruttamento delle risorse geotermiche «si è venuto a creare un importante fermento degli operatori, che interessano oltre le aree storiche della Toscana anche gran parte del territorio del Lazio ed aree insulari siciliane».

Nonostante ciò secondo Martini «E’ necessario definire una strategia organica di espansione della geotermia per raggiungere e superare quel contributo del 3% dei fabbisogni al 2020 previsto nei documenti programmatici sugli obiettivi da raggiungere con le Fonti Energetiche Rinnovabili, nonché per puntare un obiettivo di medio-lungo periodo, oltre l’anno 2030».