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Rinnovabili, stop al far west

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Rivoluzione verde in arrivo, promette di nuovo il governo.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Federico Rendina

Ecco allora l’attesissimo (ma ritardatario) documento sulle "linee guida" per le energie rinnovabili che dovrebbe consentire all’Italia di rispettare gli impegni con la Ue: quasi il 30% di elettricità e almeno il 17% dei consumi energetici totali con le energie rinnovabili entro il 2020.

Operazione urgentissima, incalzavano proprio ieri mattina i capi della filiale italiana della tedesca E.On, che ha rilevato le centrali elettriche di Endesa Italia quando l’operatore spagnolo è stato acquisito dall’Enel. A causa dei rallentamenti amministrativi, della cattiva gestione degli investimenti e dell’inaffidabilità della normativa, lo scenario tendenziale – accusa E.On sulla scorta di uno studio commissionato a Nomisma Energia e Legambiente, presentato a Terni – indica che senza una drastica velocizzazione della strategia l’Italia sarà in grado raggiungere i target europei sullo sviluppo delle rinnovabili non nel 2020 ma addirittura nel 2032.

La bozza dei nuovi piani governativi, che devono innanzitutto mettere ordine nel far west delle norme regionali, è stata diffusa ieri dal Ministero dello Sviluppo dopo una fuga di carteggi sui siti Internet specializzati. Le regole "omogenee", a cui tutte le regioni saranno chiamate ad attenersi, punteranno – annuncia la bozza ministeriale – sulla comunicazione triennale anticipata di tutto il quadro degli incentivi e della normativa, confermando il meccanismo dei certificati verdi (è ormai sicura la cancellazione della norma del decreto anticrisi che blocca il ritiro delle eccedenze da parte del Gse) ma anche quello dei certificati bianchi (efficienza energetica) oltre allo strumento delle detrazioni fiscali.

Le autorizzazioni si snoderanno su un concetto chiave: per i piccoli impianti a fonti rinnovabili dovrà bastare una semplice dichiarazione con eventuali verifiche amminisitrative successive (un po’ quello che si vuol fare per le ristrutturazioni edilizie). Per gli impianti di taglia media sarà sufficiente una Dia. Per quelli di maggiori dimensioni rimane l’autorizzazione unica da tempo prevista ma ancora indefinita nelle sue caratteristiche, tanto che ora lascia spazio a ogni sorta di obiezione e declinazione da parte delle amministrazioni locali.

Questi i principi chiave. Ma l’articolazione dei provvedimenti (procedure tipo, soglie dimensionali degli impianti ecc.) deve essere definita. Rimangono fissati, per ora, gli obiettivi da raggiungere e quel che il governo si aspetta dalle diverse fonti e tecnologie. Che non dovranno moltiplicare il ricorso alle rinnovabili solo nella generazione elettrica ma anche nella climatizzazione (con i microimpianti, ad esempio) e nei trasporti (biocarburanti).

Primo obiettivo, di carattere generale: la crescita di efficienza energetica dovrà sostanzialmente stabilizzare la quantità di energia rispetto ad oggi (al 2020 sono previsti 131,2 megatep) lasciando praticamente tutta la crescita, sia quantitativa che per la normale sostituzione, alle rinnovabili, che quasi raddoppieranno (dal 16% al 29%) il loro apporto alla generazione elettrica. Nei desideri e nelle promesse dei Governo la parte del leone, nel 2020, continuerà ad essere fatta dall’idroelettrico, che con l’11,49% dei consumi elettrici complessivi non si discosterà però molto dall’apporto attuale. Seguirà l’eolico con il 6,59% (dieci volte di più), dalle biomasse con il 5,74% (il doppio), dal solare con il 3,1% (oggi siamo ad un risibile 0,01%) e dalla geotermia con il 2,05% (ora all’1,5%). Quanto al settore riscaldamento e raffrescamento, il piano indica un obiettivo del 15,83%, mentre nei trasporti l’obiettivo è del 10% con il il biodiesel che dovrà contribuire per il 6,27% e il bioetanolo per il 2,06%.

Promesse realistiche? Impegni ineludibili, incalzava proprio ieri mattina la platea di esperti al convegno promosso da E.On sulla sorta dello studio Nomisma. E’ l’ennesimo e ben circostanziato atto di accusa sulle curiose storture dello scenario delle energie "verdi" italiane: incentivi ai massimi livelli che in gran parte servono a compensare proprio l’inattendibilità di quanto promesso, il loro mutare nel tempo, l’erosione dei vantaggi economici sotto i colpi delle lungaggini e degli ostacoli amministrativi.

«Il futuro è nelle rinnovabili. Il nostro impegno è di accrescere la produzione del 50% nei prossimi 20 anni senza aumentare le emissioni ma anzi riducendo qual che c’è. Ma dateci un percorso normativo chiaro, coerente, stabile» incalza, con teutonica e caparbia fuducia, i numero uno di E.On Italia, Klaus Schaffer.