Home Geotermia News Legge toscana sulla geotermia, superato il rischio di contenzioso tra Regione e...

Legge toscana sulla geotermia, superato il rischio di contenzioso tra Regione e Governo

Il Consiglio Regionale ha stabilito che le disposizioni contenute nella legge 7/2019 si applicano solo alle concessioni e alle autorizzazioni per l’impiego della risorsa geotermica di competenza regionale

1762
0
CONDIVIDI

Dopo il via libera ottenuto all’unanimità in Commissione Ambiente nelle scorse settimane, il Consiglio Regionale della Regione Toscana ha approvato – sempre all’unanimità – una proposta di legge di modifica in merito alle Disposizioni in materia di geotermia varate a gennaio (legge 7/2019).

Il presidente della commissione Ambiente e territorio, Stefano Baccelli.

Si tratta di un provvedimento adottato dall’Aula per evitare il contenzioso di illegittimità costituzionale, dopo che l’ufficio legislativo del ministero dello Sviluppo economico il 25 marzo scorso ha presentato delle osservazioni «a seguito delle quali la Regione si è impegnata a rivedere rapidamente la legge per garantirne, sin da subito, certezza di applicazione», come spiega il presidente della commissione Ambiente e territorio, Stefano Baccelli.

Nello specifico si disciplina (articolo 2 bis) che le disposizioni della 7/2019 si applicano solo alle concessioni e alle autorizzazioni per l’impiego della risorsa geotermica di competenza regionale. L’articolo 3 dispone invece l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Burt proprio per garantire, sulla base dell’impegno assunto dal presidente Enrico Rossi, la «massima tempestività nell’adeguamento della legge».

In definitiva dunque è adesso esplicitato che le Disposizioni in materia di geotermia si applicano solo alle concessioni e alle autorizzazioni per la coltivazione della risorsa geotermica di competenza regionale, in modo da evitare conflitti di competenza.

«Riteniamo così – ha concluso Baccelli – di aver risposto contemporaneamente ai rilievi del Ministero e di essere rimasti coerenti allo spirito della legge».