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La geotermia continua a crescere in Europa, per produrre sia elettricità sia calore

Dumas (EGEC): «Ora è importante che le autorità di regolamentazione gli diano lo stesso riconoscimento e supporto delle altre tecnologie, per garantire l'indipendenza energetica e la sicurezza climatica prima del 2030»

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Dumas (EGEC): «Ora è importante che le autorità di regolamentazione gli diano lo stesso riconoscimento e supporto delle altre tecnologie, per garantire l’indipendenza energetica e la sicurezza climatica prima del 2030»


Da undici anni il Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica (EGEC) aggiorna l’European geothermal market report, offrendo il quadro più completo sull’impiego di questa fonte rinnovabile – per la produzione di elettricità come anche per l’uso diretto del calore – nel Vecchio Continente, che proprio in Italia ha visto nascere le tecnologie geotermiche per la prima volta al mondo, ormai oltre due secoli fa.

Stavolta il rapporto offre però una prospettiva unica, analizzando la dinamica del mercato geotermico europeo dopo un evento che ha cambiato – e sta ancora contribuendo a cambiare – le sorti del mondo: l’arrivo della pandemia Covid-19.

Nonostante il potente shock esogeno, già nel 2021 lo sviluppo della geotermia europea ha iniziato a riprendersi con vigore, come mostra il rapporto EGEC dedicato all’ultimo anno.

Nel corso del 2021, ad esempio, le vendite di pompe di calore geotermiche hanno raggiunto livelli record di crescita in molti stati europei – +73% in Francia, +59% in Austria, +35% in Belgio e +10% in Germania –, anche se soltanto (Germania e Svezia) concentrano ancora la metà delle pompe geotermiche già installate in Europa come anche quasi la metà delle vendite annuali.

Sempre in ambito termico sono stati inoltre avviati 14 nuovi impianti di teleriscaldamento/teleraffrescamento geotermico – per oltre 154 MWth di nuova capacità installata – distribuiti in Germania, Finlandia (che ha commissionato il primo progetto di teleraffrescamento geotermico), Polonia, Svizzera, Francia e Paesi Bassi.

Sempre nei Paesi Bassi è iniziata inoltre l’esplorazione di risorse geotermiche ad alta temperatura, all’interno di un progetto pensato appositamente per soddisfare le esigenze di calore di processo di una cartiera: un primo caso che adesso potrebbe fare scuola.

Complessivamente, nel corso del 2021 il settore del riscaldamento e raffrescamento ha rappresentato oltre la metà di tutti i progetti commissionati in ambito geotermico, ma si sono registrati importanti sviluppi anche in ambito elettrico: nell’ultimo anno sono stati infatti installate 6 nuove centrali geotermiche, per un totale di 3,4 GWe di capacità installata.

Nessuna di queste in Italia, dove – nonostante l’enorme potenziale geotermico ancora inespresso e una leadership tecnologica nel settore – l’ultima centrale geotermoelettrica installata risale al 2014.

«Il 2021 ha dimostrato che la geotermia è la soluzione più affidabile, conveniente e di riferimento per gli enti locali, l’industria, le famiglie e gli edifici commerciali – commenta Philippe Dumas, segretario generale dell’EGEC – Ora è importante che le autorità di regolamentazione gli diano lo stesso riconoscimento e supporto delle altre tecnologie per garantire l’indipendenza energetica e la sicurezza climatica prima del 2030».