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Il Caseificio dell’Amiata selezionato tra le 22 aziende che lavoreranno per la carbon footprint

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Le aziende selezionate potranno accedere a un finanziamento per realizzare progetti sull’analisi dell’impronta di carbonio nel ciclo di vita dei prodotti di largo consumo.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Si è riunito il 24 aprile, alla presenza del Ministro Corrado Clini, il tavolo tecnico fra il Ministero dell’Ambiente e le 22 aziende selezionate attraverso un bando per il finanziamento di progetti sulla carbon footprint: l’analisi dell’impronta di carbonio nel ciclo di vita dei prodotti di largo consumo.

L’obiettivo è l’individuazione e la successiva attuazione delle misure volte alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, cui le aziende selezionate potranno partecipare applicandole ai loro prodotti.

Il bando del Ministero dell’Ambiente si è chiuso il 2 dicembre scorso, con una dotazione di un milione e 600 mila euro, suscitando un notevole interesse nel settore privato. Sulla base dei progetti presentati sono state selezionate 22 aziende che operano in diversi settori relativi ai beni di largo consumo: dal latte, all’acqua, dai prodotti alimentari e surgelati ai vini e all’olio, sino al settore della grafica, della distribuzione e dell’industria.

Tra queste aziende è stato selezionato anche il Caseificio dell’Amiata SpA.

L’azienda ha sede a Castel del Piano, dove produce, nel rigoroso rispetto delle tradizioni, il classico pecorino Toscano DOP (Denominazione di Origine Protetta) oltre ad un’ampia gamma di altri formaggi freschi e stagionati e la tradizionale ricotta di pecora.

Il Caseificio fa parte assieme ad altre aziende italiane del gruppo Alival che ha da tempo intrapreso la strada della sostenibilità e ha investito nel campo delle fonti rinnovabili con la realizzazione di due parchi fotovoltaici da 2 MW circa, con una produttività di oltre 2.500.00 kWh annui pari al consumo energetico annuo di circa 850 nuclei familiari e il risparmio di migliaia di chilogrammi di anidride carbonica in atmosfera.

«Il progetto presentato dall’azienda e che è stato selezionato è sul nostro prodotto Pecorino Toscano DOP. Si andrà ad analizzare l’impronta di carbonio su tutta la filiera che sta dietro la produzione: dal pascolo, all’allevamento, alla trasformazione del latte in prodotto finale, compresi il trasporto del latte in azienda e per la distribuzione del pecorino nei centri di vendita» ci ha spiegato il direttore del Caseificio, Claudio Seghi.

«E’ nostra intenzione -ha aggiunto- inserire nei calcoli anche l’analisi di quanto tempo rimane il prodotto nel frigorifero del consumatore finale e quindi quanto incide nell’impronta del carbonio anche quel consumo».

Il progetto in gran parte finanziato con i fondi del bando del Ministero dell’Ambiente, si svolgerà nell’arco di un anno dalla data d’inizio delle iniziative, prevista a breve.

Il tavolo tecnico che si è riunito al Ministero dell’Ambiente dovrà monitorare e verificare le iniziative progettuali presentate e, sulla base delle esperienze nazionali, mettere a punto e sperimentare metodologie di settore per il calcolo dell’impronta di carbonio, la carbon footprint.

La misurazione della carbon footprint, l’elaborazione di misure per la riduzione dei gas serra nei processi produttivi, la diffusione di buone pratiche in questo campo –si legge nella nota del Ministero dell’Ambiente- rappresenta per il sistema delle aziende italiane un driver non solo ambientale ma anche di competitività visto il rilievo e l’importanza che oggi sul mercato viene dato ai requisiti “ecologici” dei prodotti.“

Il Ministero aggiunge che “La sperimentazione su vasta scala della metodologia del calcolo dell’impronta di carbonio diventa quindi anche un importante strumento di sviluppo economico e commerciale in direzione di un’economia sempre più sostenibile”.

Le aziende che potranno beneficiare dei finanziamenti offerti dal bando hanno presentato progetti che si articolano nell’individuazione dei prodotti di largo consumo che saranno sottoposti all’analisi dell’impronta di carbonio.

Altre hanno presentato progetti in cui l’analisi dell’impronta di carbonio avverrà nelle diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti individuati.

Altri campi selezionati riguardano l’individuazione delle possibili misure da attuare per la riduzione delle emissioni nel ciclo di vita dei prodotti individuati;
le possibili misure per la neutralizzazione dell’impronta di carbonio o l’individuazione della strategia e delle iniziative di comunicazione per presentare e rendere pubblici i risultati del progetto.