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Geotermia, nuovo processo per la generazione elettrica da sistemi a bassa entalpia

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Sviluppato un innovativo fluido nanostrutturato che promettere di accrescere fortemente il rendimento degli impianti di generazione elettrica a ciclo binario.

Fonte: Enel Green Power

Autore: Enel Green Power

Un innovativo fluido termovettore per cicli geotermici binari è stato annunciato dal Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) del Dipartimento per l’Energia americano (DOE).
Secondo i ricercatori del PNNL l’innovazione promette di accrescere
notevolmente l’efficienza termodinamica degli impianti a ciclo binario
per la generazione di energia elettrica da risorse geotermiche a bassa entalpia.
Quelle, cioè, che hanno una temperatura (circa 100-180 °C)
insufficiente a produrre vapore di pressione adeguata a far funzionare
direttamente le turbine. In tal caso si utilizza un ciclo secondario,
basato su un fluido di lavoro con temperatura di ebollizione più bassa
di quella dell’acqua. È questo secondo fluido che, fatto vaporizzare
dal calore geotermico, viene espanso in turbina per la generazione
elettrica.

I ricercatori del PNNL hanno sviluppato un nuovo fluido da utilizzare per il ciclo secondario,
basato su un metallo organico nanostrutturato, in grado – secondo
quanto affermano – di aumentare l’efficienza di rendimento dei cicli
secondari a bassa entalpia quasi allo stesso livello dei convenzionali
impianti a vapore ad alta entalpia.
La scoperta è avvenuta in modo imprevisto, in seguito ad alcune
ricerche fatte per realizzare nanomateriali in grado di catturare la
CO2 prodotta dai combustibili fossili durante la loro combustione.

Entro la fine dell’anno è in programma l’entrata in servizio di un impianto prototipo che verificherà il nuovo sistema sul campo, valutandone le effettive potenzialità.
Se i risultati saranno quelli attesi – affermano i ricercatori del PNNL
– la geotermia a bassa entalpia potrà realmente proporsi come una
importante fonte per la generazione di energia elettrica a costi
competitivi e senza emissioni di CO2.
Essi ricordano inoltre che solo tre anni fa una ricerca tecnico-economica condotta dal MIT
(Massachusetts Institute of Technology) stimava che i sistemi
geotermici avanzati a bassa temperatura potranno coprire il 10% di
tutta la domanda elettrica attesa negli USA al 2050.