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Gas vulcanici e geotermici, quali effetti sulla salute? Gli studi tra Sicilia e Toscana

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Riceviamo e pubblichiamo: Granieri, ricercatori Ingv, è autore di due importanti ricerche che verranno illustrate a Geoitalia 2013, a Pisa dal 16 al 18 settembre

Fonte: Greenreport.it

Autore: Domenico Granieri

Stiamo studiando acque e gas emessi da aree vulcaniche o geotermali con lo scopo di quantificarne l’emissione in atmosfera, definirne i meccanismi di migrazione dalla sorgente profonda alla biosfera e valutarne l’impatto sull’aria e sulle acque superficiali.

La finalità  è  quella di valutare se esiste un rischio per le persone a causa dell’esposizione a questi gas che, ad alte concentrazioni, diventano tossici o addirittura letali.

Il primo studio è relativo all’isola di Vulcano (Sicilia) ed analizza la dispersione dell’anidride carbonica (CO2) nell’area di Vulcano Porto, dove si concentrano anche 10.000 turisti durante il periodo estivo. Il modello di dispersione, validato da dati misurati da locali stazioni, ha evidenziato che l’abitato di Vulcano Porto rimane ampiamente sotto la soglia di pericolosità per esposizioni prolungate (pari a 5000 ppm di CO2 per 8h di esposizione).

Uno studio simile è stato condotto nell’area geotermica della Toscana, considerando l’emissione di idrogeno solforato (H2S) dai camini di raffreddamento delle centrali geotermoelettriche di Larderello, Travale/Radicondoli e Monte Amiata. Il modello numerico evidenzia che le emissioni di H2S sono piuttosto basse nelle centrali della Toscana, soprattutto quelle fornite di filtri per l’abbattimento dell’H2S e del mercurio (filtri AMIS).